Obbligazioni non tradizionali, un mercato in rapida crescita
In circa 15 anni, le obbligazioni ibride si sono ritagliate un ruolo crescente nelle allocazioni più sofisticate. Ce lo racconta Alessandro Pieroni Portfolio Manager.
In circa 15 anni, le obbligazioni ibride si sono ritagliate un ruolo crescente nelle allocazioni più sofisticate. Queste soluzioni a metà tra equity e debito si distinguono per la capacità di offrire rendimenti interessanti anche in un contesto di tassi più stabili e spread compressi. In occasione dell’ultimo Funds Selector Talks, FundsPeople ha riunito diversi esperti che si sono confrontati sull’evoluzione di questo segmento e sull’importanza di mantenere un approccio altamente selettivo, sia nella lettura dei fondamentali sia nella comprensione delle dinamiche regolamentari e di mercato.
Queste soluzioni a metà tra equity e debito si distinguono per la capacità di offrire rendimenti interessanti anche in un contesto di tassi più stabili e spread compressi. In occasione dell’ultimo Funds Selector Talks, FundsPeople ha riunito diversi esperti che si sono confrontati sull’evoluzione di questo segmento e sull’importanza di mantenere un approccio altamente selettivo, sia nella lettura dei fondamentali sia nella comprensione delle dinamiche regolamentari e di mercato.
Per Alessandro Pieroni, portfolio manager, Euromobiliare Advisory SIM, la componente non tradizionale del fixed income, in particolare sulla parte ibrida e sulla parte subordinata, non è strategica ma satellite. "Tuttavia, da ormai più di un anno su interesse da parte di clienti più esperti abbiamo assistito a un'attenzione crescente per l'asset class". Un segnale per l'esperto dell'evoluzione del mercato, in cui la domanda è chiaramente guidata dal rendimento e dagli spread, con nuance diverse a seconda del profilo di rischio dei portafogli. Sul fronte delle criticità, Pieroni evidenzia la complessità di questi strumenti che li rende meno accessibili a un pubblico inesperto. Per approcciare queste soluzioni occorre secondo Pieroni una gestione attiva. "Nel selezionare un gestore guardiamo diverse componenti, tra cui il track record, la qualità del team e le capacità di affrontare le fasi di tensione sui mercati". A questo si aggiunge per Pieroni la capacità di identificare le fonti di performance, "quindi se l'alpha è generato con la selection o se invece si tratta di una gestione molto mediata”.
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