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Intervista Simone Da Dalt escalation situazione Geopolitica in Medio Oriente, Dazi e strategia d'investimento

Guarda l'intervista a Simone Da Dalt a Missione Risparmio,  il programma di Class CNBC dedicato al tema degli investimenti e del risparmio.

Missione Risparmio 19.06.2025 Da Dalt

Il 19 Giugno Simone Da Dalt, Head of investment Solutions di Euromobiliare Advisory SIM, è stato intervistato da Elisabetta Piccinini alla trasmissione Missione Risparmio. La situazione geopolitica porta a frenare le borse mondiali e accendere la volatilità; non c'è soltanto Gaza al centro delle tensioni ma anche il nuovo conflitto aperto da Israele nei confronti dell'Iran.
 
Simone Da Dalt nel corso dell'intervista ha trattato i seguente temi:
  • Commento sull'escalation della situazione Geopolitica in Medio Oriente in termini di potenziali ripercussioni sui mercati finanziari.
  • Dazi - aggiornamento sulla situazione dei dazi e potenziale impatto sulla crescita Macroeconomica a livello globale.
  • Strategia di investimento: come posizionare i portafogli in questa fase (Azionario, Tasso, Credito, Dollaro e Oro). 

II market-mover da tenere in considerazione:

1) Forte instabilità Geopolitica: conflitto Russa-Ucraina che non accenna a risolversi, la situazione su Gaza e ora il nuovo fronte sul Medio Oriente

Al di là della volatilità immediata sappiamo che i mercati reagiscono in un primo tempo in maniera emotiva e concentrandoci in particolare sugli ultimi avvenimenti, gli scenari possibili rimangono molteplici e quindi fare una previsione da un punto di vista geopolitico diventa molto difficile. Rimanendo in ambito finanziario per il momento i mercati hanno avuto una reazione abbastanza composta scontando uno scenario relativamente di breve durata del conflitto, e una guerra più lunga certamente metterebbe a rischio il tema dell'estrazione del petrolio dove l'Iran è tra i maggiori produttori al mondo. Lo scenario più estremo comporterebbe un eventuale passaggio di materie prime  gas e petrolio, dallo Stretto di Hormuz, da cui transita circa il 20% di petrolio e il 20% del gas a livello mondiale. La chiusura dello stretto avrebbe un impatto ancora maggiore sul rialzo del prezzo del petrolio che da 75 dollari potrebbe anche spostarsi verso i 100 dollari o anche in più comportando un impatto negativo sui portafogli della clientela.

La reazioni emotiva dei mercati che "tengono botta" ma con uno spostamento verso le asset class dei beni rifugi come il dollaro, in quanto valuta sicura o al franco svizzero e l'oro che ha toccato un massimo storico, segnano una reazione dei mercati composta ma particolare; la discesa contenuta dell'azionario, la risalita dell'oro, il dollaro leggermente al rialzo, indicando che il mercato è concentrato sulle politiche economiche di Trump, e sui Dazi. Rimane tuttavia sottostante la preoccupazione legata all'incertezza trumpiana, ai dazi e all'approvazione della nuova legge di bilancio americana che vuole estendere il deficit federale ampliandolo nei prossimi 10 anni, che comporta un indebolimento del dollaro. In ultimo l'ingresso degli USA nel conflitto aumenterebbe la spesa militare e quindi maggior espansione fiscale e quindi un dollaro debole. 

2) Dazi Impatti crescita macro economica con la tensione delle guerre commerciale.

Il pesante passo indietro dell'amministrazione Trump del mese di aprile, che ha portato ad un'apertura che durerà fino al 9 luglio e i mercati hanno letto positivamente portando a quello che può essere una soluzione delle guerra commerciale, (UK accordo dazi al 10% e parzialmente con la Cina).

Trump ha cercato di accelerare i tempi, e chiudere questo periodo di incertezza senza rinunciare ad applicare una parte di dazi. Questo approccio comunque avrà un impatto, soprattutto sulla crescita sia in Usa che in UE, ma anche sull'inflazione e sulle scelte direttive della BCE, che ha confermato un approccio improntato alla flessibilità guardando alle conseguenze che arrivano dalla guerra commerciale. 

Composizione di portafoglio

L'obbligazionario può ancora rappresentare una buona alternativa in portafoglio, sia per il governativo che societario, oggi in Europa abbiamo rendimenti reali positivi, al netto dell'inflazione; con una preferenza geografica all'obbligazionario europeo. Buon momento anche per l'azionario europeo, dove la UE può fare la differenza in portafoglio con un inizio anno positivo. Sebbene la stagione degli utili nel primo trimestre sia stata meno brillante di quella americana, ma la politica monetaria accomodante da pare re delle BCE, i programmi fiscali tedeschi e la solidità economica degli ultimi anni, deponga a favore dell'azionario europeo, ma meglio diversificare anche sugli stati uniti, come locomotiva di crescita a livello globale e anche una parte di mercati emergenti, seppur maggiormente impattati dai dazi ma con un dollaro più debole, possono rappresentare una piccola parte di portafoglio. Da considerare anche l'oro, per questo momento contingente, ma come trend da qualche trimestre sottostante al tema rifugio, come diversificazione valutaria.   

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