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2022: un anno che mette alla prova l’avversione alle perdite

Diversi studi dimostrano che generalmente gli investitori soffrono le perdite fino a tre volte in più di quanto invece apprezzino un guadagno dello stesso ammontare.

Ciò è evidente se si guarda all’eccezionalità del momento storico e alla forte incertezza sui mercati finanziari nel corso dell’anno, a fronte di un quadro macroeconomico e geopolitico particolarmente complesso che ha inevitabilmente influito in negativo sia sul comparto azionario che su quello obbligazionario (nell’ordine di circa il -20%), anche a causa del progressivo aumento dell’inflazione

Il conseguente atteggiamento restrittivo delle principali Banche Centrali volto a contrastare l’aumento inflazionario attraverso il rialzo dei tassi, così come il ridimensionamento delle stime di crescita rispetto alle previsioni di inizio anno e la crisi energetica legata al conflitto russo-ucraino, hanno impattato sul comportamento dei singoli investitori indirizzandoli verso una maggiore cautela ed un contenimento delle perdite.

In situazioni come quelle attuali, in finanza comportamentale si fa spesso riferimento al concetto di avversione alle perdite (loss aversion) per spiegare possibili reazioni dell’investitore di fronte a contesti di incertezza. Nel concreto, la loss aversion implica la tendenza a preoccuparsi eccessivamente di fronte alla percezione di potenziali perdite anziché concentrarsi sulla generazione di un guadagno coerente con i propri obiettivi di pianificazione patrimoniale su un certo orizzonte temporale, tendenzialmente di medio o lungo termine. 

Gli investitori che reagiscono in questo modo, in fasi come quella che stiamo vivendo oggi, possono essere portati a commettere degli errori in merito alle proprie decisioni di investimento. Ad esempio:

  • Lasciarsi coinvolgere eccessivamente dalla frenesia dei mercati: nel recente contesto di mercati fortemente volatili ed incerti (per via della pandemia da Covid-19 e ora del conflitto tra Russia e Ucraina) gli investitori possono rischiare di essere sopraffatti dalle notizie e dai timori generali legati agli scenari futuri, finendo per trascurare l’ottimizzazione e la protezione del proprio patrimonio;
  • Detenere portafogli non disciplinati rispetto ai propri obiettivi di investimento;
  • Vendere asset redditizi nella paura che tali rendimenti possano esaurirsi in breve tempo, limitando così il potenziale di portafoglio nel lungo termine;
  • Assumersi inconsapevolmente rischi eccessivi: la percezione del rischio ricopre un ruolo centrale nel comportamento umano e può venire meno specialmente in condizioni di mercato incerte come quelle attuali.  

Quando la componente emotiva tende quindi a prevalere su quella razionale, si rischia, da una parte, di non vedere i ribassi di mercato come interessanti possibilità di acquisto e, dall’altra, di non riuscire a prendere parte ai potenziali rimbalzi successivi ai periodi di forti correzioni.

Come evitare di farsi guidare dall’avversione alle perdite?

La prima soluzione è quella di affrontare i periodi difficili con il supporto del proprio consulente, in aggiunta può aiutare non movimentare eccessivamente il proprio portafoglio tenendo fede ai propri obiettivi.

È bene infatti mantenere un’ottica di investimento di lungo termine, il che richiede innanzitutto pazienza, ma soprattutto un’adeguata pianificazione e diversificazione, coerentemente al proprio profilo di rischio.  Ad esempio, la pianificazione per obiettivi (o goal based investing) è un approccio secondo cui gli investimenti vengono appunto pianificati nel tempo insieme ad un professionista finanziario per permettere all’investitore di conseguire obiettivi o progetti di vita specifici come l’acquisto di una casa o l’educazione universitaria dei propri figli. 

Un’altra soluzione praticabile è quella del PAC (piano di accumulo del capitale), ossia un programma di investimento graduale e personalizzato, caratterizzato da versamenti periodici su un orizzonte temporale di lungo periodo in funzione delle proprie esigenze e obiettivi. Nell’ambito di una strategia di questo tipo, ed in fasi come quella attuale di particolare volatilità, è possibile consolidare il PAC con versamenti aggiuntivi per migliorarne ulteriormente la performance nel lungo termine. 

 

 

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