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Come impatterà la nuova presidenza Trump sull'Europa?

Si fornisce uno sguardo di sintesi ai principali impatti della nuova presidenza USA del 2025.

Dazi e Energia

La politica energetica dichiarata da Trump è orientata all’espansione della produzione americana di idrocarburi alfine di ridurre i costi dell'energia e guadagnare competitività, soprattutto nei confronti della Cina. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) americano da parte dei Paesi UE sono quasi triplicate in volume, portando gli USA a diventare i primi fornitori di gas per il continente europeo.  La decisione, che prevede l'aumento delle tariffe pari al 25% sui prezzi delle merci importate dalle vicine Messico e Canada, rappresenta una ritorsione per gli scarsi controlli alle frontiere. Mentre per la Cina l'aumento sarebbe pari al 10% come conseguenza del commercio di fentanyl negli USA. In Unione Europea si fa strada l'ipotesi di incrementare le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) e petrolio americano per evitare l'aumento delle tariffe ed eventuali conflitti commerciali.

D’altra parte il GNL degli Stati Uniti è più costoso rispetto ad altri fornitori come Norvegia, Algeria o Libia. Infatti, l’UE ha acquistato GNL statunitense per 89 miliardi di euro, un valore circa 8 volte superiore rispetto agli 11 miliardi dei tre anni pre-invasione. Tuttavia, gli esperti stimano che il mercato del GNL americano potrebbe raggiungere un’offerta superiore alla domanda solo entro la fine dell'anno, per cui è probabile che il mercato del gas rimanga sotto pressione nel 2025,mantenendo i prezzi al rialzo.  

Importazioni GNL in usa

Sostenibilità

Nel primo giorno da Presidente degli Stati Uniti, Trump ha firmato una lettera di notifica all’ONU dell’uscita degli USA dall’accordo di Parigi e ribadito la fine del “Green Deal” al World Economic Forum di Davos qualche giorno dopo. Si tratta di un messaggio di sfida lanciato all’Unione Europea, dicendo chiaramente “no” alla sostenibilità e cercando di attrarre il tessuto produttivo e il capitale privato europeo verso gli USA. Anche nel suo speech di insediamento, il Presidente Trump ha dichiarato lo status di “emergenza energetica nazionale”, legando proprio all’incremento dei prezzi dell’energia il detonatore che ha innescato l’inflazione. Di contro, la sua risposta è quella di cancellare tutte le norme a favore delle energie alternative e dei manufatti (dalle auto agli impianti delle case) green e “riprendere a trivellare a tutto spiano” per abbassare il prezzo del petrolio e dell’energia.

Spesa per la difesa

Altro tema caldo che l’UE dovrà presto affrontare per spinta di Trump riguarda la quota di budget che i 27 Paesi destinano alla Difesa. L’Europa viene accusata dal neo Presidente di approfittarsi del sostegno militare fornito dagli Stati Uniti e di non farsi sufficientemente carico delle spese per la Difesa necessarie per garantire in modo autonomo la propria sicurezza.

Trump sembra tuttavia voler alzare l’asticella, indicando un obiettivo del 3% del PIL o addirittura la non credibile richiesta di salire al 5%. Per contro, la stessa spesa USA in Difesa oggi non supera il 3,4% del PIL.

Spesa per la difesa

 

Conflitti geo-politici

Russia-Ucraina: Il tema delle spese militari è strettamente collegato a quello degli aiuti all’Ucraina. Se nel corso del primo anno di guerra, Europa e Stati Uniti hanno stanziato aiuti all’Ucraina su livelli molto simili, ora il sostegno degli USA sta andando progressivamente riducendosi. L’approccio di Trump prevede un minore sostegno diretto all’Ucraina e un maggiore focus su un negoziato che possa portare a un compromesso con la Russia di Putin. 

Israele-Medioriente: In generale, gli Stati Uniti di Trump appaiono più uniti nel loro sostegno a Israele, mentre l’Europa è profondamente divisa tra Paesi che nel corso dell’ultimo anno e mezzo hanno riconosciuto lo Stato palestinese e altri governi che invece hanno continuato a sostenere Israele. Inoltre, Trump non ha ancora espresso una posizione ufficiale su come affrontare la questione del nucleare iraniana. Infatti, nelle ultime settimane, l'Iran ha aumentato i suoi segnali ai Paesi occidentali, mostrando il desiderio di concludere un accordo sul suo programma nucleare. D’altra parte, secondo alcune fonti americane, gli USA stanno tentando di aprire un dialogo con Teheran attraverso la mediazione europea.

 

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