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Equity e Bond update - Settembre 2025

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Nei mesi estivi è proseguito il recupero delle classi di attivo rischiose, sostenute dal buon
andamento degli utili aziendali, dal settore della tecnologia e dalle aspettative di
allentamento della politica monetaria USA.

Punti chiave: 
  • Nei mesi estivi è proseguito l’andamento favorevole delle classi di attivo rischiose, sostenute dal buon andamento degli utili aziendali nel secondo trimestre e dalle aspettative di
    allentamento della politica monetaria statunitense.
  • Impatto dazi progressivamente visibile sugli sviluppi ciclici globali
  • Deterioramento del mercato del lavoro USA accentuato dalle revisioni statistiche: probabili
    tre tagli del tasso sui Fed Funds a 3.75% a fine 2025 nonostante previsto rialzo inflazione

AZIONARIO

Prosegue il clima di fiducia e la propensione al rischio sui mercati azionari globali nonostante il persistere delle tensioni geopolitiche ed economiche, confermiamo quindi l'approccio diversificato e opportunistico.
 
A livello geografico, la strategia si conferma diversificata e opportunistica. Negli Stati Uniti, le trimestrali si sono rivelate incoraggianti, specialmente nei settori Tecnologico, Telecomunicazioni e Finanziario. Inoltre, il tono più accomodante della Federal Reserve, spinto da un mercato del lavoro che si è raffreddato più bruscamente del previsto, ha riacceso le speranze di vedere tagli dei tassi entro la fine dell'anno. Tuttavia a mitigare l'entusiasmo contribuisce un clima di incertezza politica, alimentato da tensioni sull'indipendenza di alcuni organi istituzionali. L'Europa si conferma un'area d'interesse
per le sue valutazioni inferiori alle medie storiche e per i piani di espansione fiscale a supporto della crescita economica. Manteniamo l'esposizione sul Giappone, dove il miglioramento della governance societaria continua ad attrarre ingenti capitali esteri. La Banca del Giappone ha intrapreso un cauto percorso di normalizzazione monetaria. Confermiamo infine la posizione sui Mercati Emergenti, che beneficiano di una combinazione di fattori favorevoli: valutazioni attraenti, finanze pubbliche più stabili, un dollaro debole ed il crescente trend del near-shoring che sta ridisegnando a loro vantaggio alcune catene di approvvigionamento globali.
A livello settoriale, negli Stati Uniti confermiamo il nostro sovrappeso sull'Information Technology, trainato da una crescita degli utili robusta e da risultati superiori alle attese. Manteniamo la positività anche sui Finanziari, sia negli USA che in Europa. In Europa la nostra preferenza va anche sui Servizi di Telecomunicazione, meno esposti alle tensioni sui dazi e favoriti da possibili operazioni di M&A. In America confermiamo in sottopeso il settore dei Consumer Staples poichè pensiamo che un dollaro debole e consumi in rallentamento possano pesare sulla crescita delle aziende appartenenti al comparto.

Confermiamo infine il sottopeso sul settore Energy americano ed europeo, cosi come la
visione negativa sul Real Estate EU.

 

OBBLIGAZIONARIO

La scarsa visibilità sullo scenario futuro non offre ancora indicazioni chiare sulla direzione che prenderanno i tassi; pertanto manteniamo sul posizionamento tasso un giudizio invariato 3 su 5. Manteniamo sul credito un giudizio 3 su 5 per tutti i comparti con un approccio diversificato che privilegia la qualità e la solidità degli emittenti.

Diversi elementi di incertezza continuano a dominare il mercato obbligazionario: il peggioramento del compromesso tra espansione economica e inflazione, alimentato dal protezionismo, assieme all'incremento del premio a termine causato dal deterioramento delle finanze pubbliche, rendono il quadro macroeconomico poco chiaro. In termini tattici manteniamo la preferenza per la curva dei tassi europea; riteniamo che il segmento a lungo possa offrire su un orizzonte di medio respiro opportunità interessanti, grazie all’incremento del term premium e in un possibile prossimo contesto di rallentamento della crescita europea nella seconda metà dell'anno, dovuto principalmente agli impatti dei dazi e all'apprezzamento della valuta. Complice l’elevata offerta di titoli, negli Stati Uniti si mantiene maggiore cautela sulla parte lunga, meno sensibile al prossimo processo di allentamento monetario da parte della Federal Reserve e maggiormente legata alle dinamiche dell’inflazione USA ed alle potenziali prossime “preoccupazioni” da parte dei mercati di una possibile minor indipendenza della Fed.

Nel mese di agosto i principali indici di credito hanno riportato performance sopra la parità in un contesto di risk on, con quelli americani che hanno sovraperfomato gli europei. Gli spread si sono mossi in range contenuti con le valutazioni che hanno consolidato sotto le rispettive medie storiche; riteniamo pertanto poco probabile una netta ulteriore compressione dei premi al rischio, visti i livelli attuali. Gli spread rimangono potenzialmente vulnerabili a deterioramento macro ma il miglioramento strutturale dei fondamentali corporate dovrebbero evitare significativi allargamenti. 
Confermiamo un giudizio di 3 su 5 sui mercati emergenti. Nel mese scorso gli EM sono stati spinti da un aumento della propensione al rischio, complici le crescenti attese di un prossimo taglio dei tassi a settembre da parte della Federal Reserve che ha calmato le preoccupazioni sull'inasprimento delle condizioni finanziarie globali ed ha consolidato il sentiment. Rimaniamo al momento ancora costruttivi sull’asset class, con la politica monetaria della Fed, il cosiddetto “eccezionalismo” USA e l’andamento del dollaro che restano i fattori cruciali per gli EM, soprattutto in un contesto macroeconomico incerto: le economie emergenti dipendenti dalle esportazioni sono infatti state grandi acquirenti di titoli del Tesoro statunitense negli ultimi dieci anni, mentre la debolezza dell’USD tende a porre un limite alla svalutazione delle valute dei mercati emergenti.

 

 

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