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Equity e Bond update - Ottobre 2025

Equity e bond ott. 2025

 

Nel terzo trimestre le asset class rischiose hanno beneficiato di sviluppi favorevoli sul fronte sia macro che microeconomico: resilienza della crescita economica e degli utili hanno compensato i rischi geopolitici e l’impatto del protezionismo sul ciclo globale. Fed avvia ciclo graduale di normalizzazione dei tassi ufficiali.

Punti chiave: 
  • Un terzo trimestre ancora all’insegna della propensione al rischio: resilienza delle economie, tenuta degli utili e attese di normalizzazione dei tassi USA hanno compensato i rischi
    geopolitici e l’impatto negativo del protezionismo sulla crescita globale.
  • Federal Reserve avvia ciclo di graduale normalizzazione dei tassi a livelli neutrali nel 2026
  • Shutdown governativo USA complica l’analisi dei trend economici per investitori e Fed: ritardi nella pubblicazione e distorsioni nei dati oscurano il monitoraggio del ciclo

AZIONARIO

Prosegue il clima di fiducia e la propensione al rischio sui mercati azionari globali nonostante il persistere delle tensioni geopolitiche ed economiche, confermiamo quindi l'approccio diversificato e opportunistico.

Per l'asset class azionaria aumentiamo la nostra propensione al rischio, supportati da un quadro globale costruttivo caratterizzato da una crescita moderata che allontana i timori di una recessione, un'inflazione persistente ma sotto controllo e banche centrali complessivamente accomodanti. Tuttavia, l’appetito per il rischio è temperato da alcuni elementi di disturbo che potrebbero generare un aumento della volatilità nel breve termine, quali rischi geopolitici irrisolti, livelli tecnici tirati e multipli di mercato superiori alle medie storiche. Riteniamo comunque che eventuali consolidamenti di mercato non intacchino il trend di fondo, ma rappresentino piuttosto occasioni per accumulare posizioni in un'ottica di medio termine. 

A livello geografico, la nostra strategia si mantiene diversificata e opportunistica. Negli Stati Uniti, il quadro è sostenuto dalle attese per una politica monetaria espansiva della Fed, da un tasso di disoccupazione sotto controllo e da un'alta redditività aziendale. A sostenere ulteriormente il mercato contribuiscono un dollaro debole e lo stimolo fiscale del "One Big Beautiful Bill Act". L'Europa si conferma un'area d'interesse, grazie a valutazioni relative attraenti rispetto agli USA e al ritorno in territorio positivo delle stime di crescita degli utili. A sostenere il quadro contribuiscono inoltre importanti piani di sviluppo e investimenti, scenario in cui continuiamo a privilegiare società "Quality". Aumentiamo l'esposizione anche sul Giappone, dove un approccio ancora accomodante da parte della BoJ, le riforme sulla governance societaria e nuovi programmi fiscali a sostegno degli investimenti domestici supportano il mercato. Un elemento chiave è inoltre la debolezza dello yen, che favorisce la competitività delle grandi aziende esportatrici, sebbene l’elezione di Sanae Takaichi alla guida del Partito Liberal Democratico possa creare una qualche incertezza nel breve termine. I Mercati Emergenti beneficiano di una combinazione di fattori favorevoli: valutazioni attraenti, un dollaro più debole che allenta le condizioni finanziarie, finanze pubbliche più solide e il crescente trend del "near-shoring", che sta ridisegnando a loro vantaggio alcune catene di approvvigionamento globali.

A livello settoriale, manteniamo un approccio selettivo, privilegiando un'impostazione leggermente più difensiva in Europa. In USA, manteniamo in sovrappeso la Tecnologia. Tale scelta è motivata dalle attese di una crescita significativa degli utili. Parallelamente confermiamo il sovrappeso anche sui Finanziari che dovrebbero continuare a registrare un NII resiliente, nonostante il taglio dei tassi della Fed. Il settore è inoltre sostenuto da una buona crescita degli utili stimati, dalla vivacità delle attività di Capital Markets, dalla crescita dei prestiti e dal un contesto di deregolamentazione in atto. In Europa, manteniamo una visione positiva sui Finanziari, grazie a valutazioni bancarie ancora interessanti, una positiva crescita attesa degli utili ed un potenziale consolidamento a livello nazionale e internazionale. Portiamo infine in sovrappeso le Utilities in luogo dei Communication Services per questioni fondamentali e sostenute da investimenti in reti regolate e dalla transizione verso le energie rinnovabili

 

OBBLIGAZIONARIO

Si incrementa il posizionamento sul tasso, con un approccio volto ad un aumento progressivo di duration. Sul credito manteniamo invariato il giudizio su tutti i comparti. 

Prevale ancora uno scenario macro di proseguimento dell’espansione globale a ritmi inferiori a quelli dello scorso anno, senza ricadute recessive ma con rischi al ribasso dal progressivo impatto delle politiche protezionistiche. In tale contesto si incrementa il posizionamento tasso, con un approccio volto ad un aumento progressivo di duration: i rendimenti in Europa e negli Stati Uniti sono su livelli storicamente elevati sia in termini nominali che reali. In coerenza con lo scenario macroeconomico si mantiene la preferenza relativa per la curva governativa europea con acquisti graduali anche tatticamente su segmenti più lunghi, visto lo steepening raggiunto dalle curve europee con livelli di entry point interessanti. La maggior distensione monetaria della Fed ci porta a ridurre la cautela sulla curva americana, in un contesto più costruttivo anche sulla duration USA. Nel complesso inoltre i term-premium sulle parti lunghe delle curve hanno in gran parte incorporato i piani espansivi fiscali e possono offrire un buon rendimento e un potenziale hedging in caso di un rallentamento della crescita ulteriore ed in potenziali momenti di avversione al rischio, con la duration che potrebbe tornare quindi ad assumere anche un ruolo difensivo.

Il movimento di restringimento degli spread del credito è proseguito anche nello scorso mese, specialmente negli USA. Le valutazioni si mantengono ben al di sotto delle loro medie storiche, soprattutto per l’HY, con i differenziali di spread tra i vari rating in compressione in un contesto di volatilità contenuta. Si conferma un approccio quality e selettivo: l'asset class offre ancora rendimenti storicamente elevati ed un carry interessante, ma i premi al rischio rimangono compressi e non attraenti visto la scarsa visibilità causata dai dazi globali imposti dall’Amministrazione Trump.

Il movimento di steepening delle curve dei rendimenti osservato sui titoli di Stato si è esteso anche al credito, portando le curve a inclinarsi progressivamente verso livelli storicamente elevati: in questo scenario, privilegiamo i segmenti a maggiore duration.

Sui mercati emergenti, nell'ultimo mese, la propensione per il rischio e una Fed più accomodante hanno dato slancio all'asset class, spingendo le valutazioni su livelli tight. La crescita nei mercati emergenti ha mostrato una notevole resistenza, ma l'attuale scenario di tensioni commerciali globali fa persistere il timore di un rallentamento nei trimestri a venire. Le banche centrali di queste economie hanno già adottato una politica monetaria più accomodante nel corso di quest'anno, ma per ottenere una ulteriore riduzione dell'inflazione sarà verosimilmente necessaria una decelerazione dell'espansione economica.

 

 

 

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