Bond update - Settembre 2022: I rendimenti ritracciano al rialzo
Nella seconda parte del mese di agosto si è registrato un movimento di risalita dei tassi dei
governativi a livello globale, rialzo che ha interrotto il rally del mercato obbligazionario iniziato alla
fine di luglio.
La ripresa della corsa dei prezzi delle materie prime ha riportato il focus degli operatori sull’inflazione rispetto alla crescita, con i timori di atteggiamenti più aggressivi nei cicli di restrizione monetaria delle Banche centrali, tali da garantire il rientro credibile dell’inflazione anche a costo di un rallentamento eccessivo del contesto macro.
In Europa, nelle ultime due settimane, il rendimento del Bund tedesco è risalito di circa 40 basis
point portandosi in area 1,50% sui massimi da fine giugno. Rialzi più significativi sulla parte a breve
con il due anni salito in area 1,30 in un contesto che ha visto le aspettative d’inflazione riposizionarsi al rialzo soprattutto sulle scadenze più brevi. Le curve dei rendimenti si sono appiattite complice le aspettative di rialzi significativi nel breve periodo e di crescenti timori di un peggioramento del contesto macro su un orizzonte di maggior respiro.
In agosto nella zona euro l’inflazione è salita al 9,1% a/a ad agosto (un nuovo massimo da almeno il 1998) ancora trainata da alimentari ed energia. Anche l’inflazione core è salita più del previsto al 5,5%, con rincari diffusi a servizi e beni industriali non energetici. Nei prossimi mesi l’inflazione potrebbe raggiungere o superare il 10%, visto il ritiro di alcune delle misure calmieranti approvate dai Governi (ad esempio, in Germania) e l’ulteriore rincaro del prezzo del gas.
In tale contestoContinuano le dichiarazioni da parte dei membri del Consiglio direttivo della BCE a sostegno di ulteriore accelerazione nella politica restrittiva, nonostante i rischi recessivi elevati, con il
mercato che sconta con elevate probabilità un rialzo di 75pb alla riunione del prossimo 8 settembre. Il repricing sui tassi non ha risparmiato i periferici, con la carta italiana che nel complesso si è mossa in linea al mercato, con i paesi a maggior debito che rimangono più esposti ad accelerazione della politica restrittiva della BCE e con i BTP esposti ad una maggior potenziale volatilità con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale.
Anche in America i rendimenti si sono mossi al rialzo con quello del T Note risalito oltre il 3% per i timori di una maggior aggressività da parte della FED nella sua politica di tightening. Il Presidente Powell nel suo intervento al simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole, ha chiarito le intenzioni e le priorità del Comitato: “Il focus principale del FOMC ora è riportare l’inflazione verso il basso al nostro obiettivo del 2%”. Il messaggio è che la Fed è preparata a fare indebolire significativamente la crescita ed a generare un rialzo del tasso di disoccupazione.
Nell’attuale contesto sul rischio tasso manteniamo un’impostazione neutrale, con una preferenza in termini relativi/tattici per la curva americana rispetto a quella europea, complice la fase più avanzata della politica monetaria della FED rispetto alla BCE. Nel settore del credito nella prima metà del mese di agosto, è proseguita la fase di consolidamento che era iniziata in concomitanza dell’inizio del nuovo semestre, supportata da un mercato primario fermo, da ampie disponibilità di liquidità degli investitori e dal buon andamento dei mercati azionari. Nelle ultime due settimane si è registrato un marginale allargamento dei premi al rischio complice il risk off prevalso sui mercati, alimentato dai forti rincari dei prezzi del gas e dell’elettricità, con i principali indici di mercato che hanno archiviato il mese con performance sotto la parità, più marcate per il comparto IG complice il recente forte repricing sui tassi. Sul credito manteniamo un approccio cauto in un contesto macroeconomico ancora incerto, soprattutto in Europa complice le incertezze sul fronte geopolitico ed i rischi legati ad uno shock energetico, con una preferenza in termini relativi e in ottica di carry per la componente High Yield americano.
Manteniamo un giudizio neutrale/negativo relativamente all’asset class del debito emergente nel suo complesso; la combinazione tra continuo e crescente inasprimento delle condizioni finanziarie e nuovi rischi di recessione per i Paesi sviluppati non diminuisce la potenziale pressione sull’asset class.