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Bond Update - Gennaio

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Rendimenti in rialzo nelle ultime settimane; le banche centrali avviano l’exit strategy

Dopo una prima parte di dicembre di relativa stabilità in attesa delle riunioni di FED e BCE, i mercati dei governativi hanno registrato nelle ultime due settimane un generalizzato rialzo dei rendimenti. La banche centrali hanno segnalato un cambio di regime nel 2022: la politica monetaria non sarà più solo rivolta a contrastare l’impatto avverso della pandemia ma anche a normalizzare uno stimolo eccezionale, probabilmente non più necessario dato il miglioramento del contesto macroeconomico. Diventa necessario inoltre stabilizzare le aspettative d’inflazione, ormai salite a livelli generalmente non più compatibili con gli obiettivi delle banche centrali di stabilità di prezzi nel medio termine. Il risultato è l’avvio di una exit strategy ancora molto graduale pur con tempi e modalità differenti tra le due sponde dell’oceano. Le curve dei tassi si sono marginalmente appiattite, specchio delle aspettative di normalizzazione monetaria e della revisione al ribasso delle aspettative di crescita nel medio termine.

A pesare anche i timori per il diffondersi della nuova variante omicron del covid 19 con il rischio di nuovi lockdown per contrastarne la diffusione. L'inflazione rimane comunque la variabile economica più monitorata dagli investitori e dalle banche centrali nei prossimi mesi.

In Europa, la BCE ha confermato nell’ultima riunione che Il programma di acquisti netti del PEPP rallenterà nel primo trimestre e si interromperà a marzo 2022. L’orizzonte dei reinvestimenti del PEPP sarà tuttavia esteso fino alla fine del 2024, mantenendone la flessibilità finora assegnata al programma pandemico. La banca centrale ha contestualmente annunciato un aumento temporaneo dell’APP per evitare “l’effetto scalino”: gli acquisti mensili passeranno a €40mld al mese nel secondo trimestre, a €30mld nel terzo e infine torneranno a €20mld negli ultimi tre mesi dell’anno”.

La carta italiana si è mossa in linea al mercato con rendimenti e spread rispetto al BUND in marginale rialzo nelle ultime due settimane. Complice il minor supporto della BCE per il prossimo anno, si stima che l’offerta netta di BTP sul mercato dovrebbe essere marginalmente positiva a differenza dello scorso anno, con il MEF che probabilmente come ogni anno potrebbe anticipare l’attività sul mercato primario nei primi mese dell’anno per sfruttare anche l’attivismo della Bce sotto l’ombrello del PEPP. In tale scenario ci attendiamo una potenziale maggior volatilità sulla carta italiana complice anche un contesto politico più incerto per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Nel complesso confermiamo un’impostazione neutrale con una moderata negatività sul rischio tasso; ci attendiamo che la graduale normalizzazione dei rendimenti proseguirà anche nei prossimi trimestri con le banche centrali che dovranno realizzare un difficile equilibrio. Da una parte infatti dovranno contrastare il rialzo dell’inflazione e dall’altra evitare un brusco irrigidimento delle condizioni finanziarie.

Nel mercato del credito gli spread nelle ultime settimane hanno completato il processo di ritracciamento del widening innescato dalle preoccupazioni sull'impatto dell'emergere della variante Omicron a fine novembre, ripotandosi su livelli di maggior equilibrio. Performance sopra la parità per il comparto HY mentre il rialzo dei tassi free risk delle ultime settimane ha pesato sul settore IG.  Sul credito manteniamo un giudizio complessivamente neutrale con l’asset class supportata dal miglioramento dei fondamentali e da uno scenario economico nel medio ancora costruttivo. Sul debito emergente confermiamo un ‘impostazione neutrale/negativa, visto la dinamica pandemica in atto e l’attesa di politiche monetarie restrittive di molti paesi per contrastare dinamiche inflattive.

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