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Tassi e tecnologia i temi di inizio 2024

Il quarto trimestre dell’anno è prossimo a concludersi con rendimenti molto positivi per tutte le maggiori classi di attivo.

In evidenza:

  • Lo scenario macroeconomico per l’anno in corso resta favorevole. L’economia globale prosegue nel sentiero di discesa verso il soft landing con inflazione in calo ma superiore al 2% delle banche centrali e crescita ancora frenata dalla trascorsa espansione monetaria.
  • I rischi a questo scenario sono soprattutto geopolitici. Il protrarsi dei conflitti su diversi fronti potrebbe impattare la fiducia di agenti e investitori o spingere al rialzo il prezzo delle materie prime, e così impedire quel calo dell’inflazione, e cambio di regime monetario, che sono alla base dello scenario di mercato per il 2024.

Il 2024 è iniziato all’insegna degli stessi temi che hanno caratterizzato l’ultimo scorcio del 2023. Il mese di gennaio si è concluso con mercati obbligazionari invariati o in leggero calo, e con un recupero dell’azionario prossimo a 2% nella media avanzata, trainato dal mercato americano e dalla tecnologia, a fronte di una correzione nella media emergente, specie asiatica, che sconta le difficoltà strutturali della Cina, penalizzata da un forte deflusso di capitali esteri.

Con il recupero di gennaio l’azionario USA ha raggiunto nuovi massimi storici, un risultato che va tuttavia letto alla luce del forte rimbalzo di tutte le classi di attivo alla fine dello scorso anno. I mesi finali del 2023 hanno visto un netto cambio di prospettiva per gli investitori, passati rapidamente dal temere banche centrali a lungo restrittive a scontare rapidi e significativi tagli dei tassi ufficiali nel 2024. A queste attese hanno contribuito un calo dell’inflazione più rapido delle attese e soprattutto una retorica più accomodante da parte delle banche centrali

Il nostro scenario macroeconomico per l’anno in corso resta favorevole.

L’economia globale prosegue nel sentiero di discesa verso il soft landing con inflazione in calo ma superiore al 2% delle banche centrali e crescita ancora frenata dalla trascorsa espansione monetaria. Ad evitare la recessione contribuirebbero la solidità dei bilanci privati e la resilienza del mercato del lavoro, oltre alla prevista disponibilità delle banche centrali ad avviare il ciclo espansivo entro il secondo trimestre.

I rischi a questo scenario sono soprattutto geopolitici. Il protrarsi dei conflitti su diversi fronti potrebbe impattare la fiducia di agenti e investitori o spingere al rialzo il prezzo delle materie prime, e così impedire quel calo dell’inflazione, e cambio di regime monetario, che sono alla base dello scenario di mercato per il 2024.

Le banche centrali negli Stati Uniti e in area euro hanno infatti condizionato l’avvio del ciclo espansivo a progressi più evidenti sul fronte inflattivo. Non occorrono dati migliori, ma una conferma dei trend favorevoli dei trend già in atto, che rafforzino la convinzione che il target del 2% sia raggiungibile. Il calo dell’inflazione infatti è stato finora guidato da fattori di offerta come la normalizzazione delle catene produttive e il rientro dei costi energetici. Resta invece più rigida al ribasso l’inflazione dei servizi, ancora vicina a 4% in area euro e a 5% negli Stati Uniti, specchio soprattutto di una crescita salariale ancora elevata.

In definitiva, Fed e BCE hanno smorzato l’ottimismo dei mercati su tagli dei tassi in tempi molto rapidi, ma anche aperto la strada a interventi nella tarda primavera.

La nostra strategia d’investimento mantiene un orientamento positivo sia sull’azionario che sul bond governativo. A nostro avviso un calo persistente dell’inflazione è un fattore positivo per tutte le classi di attivo indipendentemente da tempi e intensità dei tagli dei tassi. L’ipotesi che la Federal Reserve possa avviare un ciclo espansivo senza recessione e con un basso tasso di disoccupazione sarebbe un evento eccezionale sul piano storico anche se – va detto – legato a guadagni di produttività e miglioramenti strutturali verificabili solo nel tempo.

Nel breve termine non escludiamo volatilità nell’azionario, date valutazioni generalmente estese, con un rapporto tra prezzi e utili attesi superiore alle medie a 5 e a 10 anni, ed un’elevata dispersione settoriale, con rialzi ancora concentrati nella tecnologia, sostenuta dagli utili eccezionali già realizzati e dalle molteplici applicazioni previste per l’intelligenza artificiale. In prospettiva, valuteremo eventuali correzioni come occasione d’acquisto per incrementare le posizioni

Manteniamo un’esposizione settoriale diversificata che privilegia settori cosiddetti quality, con buona visibilità degli utili, e difensivi come l’health care europeo e i consumi di base USA, ma include la tecnologia tramite i communication services  USA. Infine il comparto energetico europeo offre una copertura dei rischi geopolitici, oltre a mostrare fondamentali ancora a sconto rispetto alle medie storiche.

Nel 2024 dovrebbe si prospetta un contesto progressivamente più favorevole al rischio tasso. Il mercato governativo al momento sconta già un taglio significativo dei tassi ufficiali, e non escludiamo un moderato rialzo dei rendimenti a lungo termine, che tuttavia sfrutteremmo per incrementare l’esposizione a questo segmento. Preferiamo la parte a lungo termine della curva europea rispetto a quella USA, dato il differenziale favorevole di crescita e inflazione. Infine, nel credito manteniamo una preferenza per i comparti a miglior qualità e in particolare per l’Investment Grade europeo, che offre un miglior profilo di rischio-rendimento.

 

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