Equity Update - Giugno
Resta elevata l’incertezza a livello globale. A maggio si conferma un contesto estremamente volatile per i mercati azionari internazionali, con i principali indici arrivati a perdere fino ad oltre il 6% per poi recuperare sensibilmente a fine mese.
I timori degli investitori sono sempre focalizzati su conflitto in Ucraina e politiche monetarie restrittive, ma iniziano ad intensificarsi anche preoccupazioni sulla crescita. Su quest’aspetto, preoccupa la conferma della politica “Zero Covid” da parte del governo cinese, con diversi lockdown in importanti città che hanno avuto impatti significativi sull’economia, come dimostrato dal crollo degli indici PMI e dai dati sotto le stime su vendite al dettaglio e produzione industriale.
Sul fronte militare, non si segnalano novità significative, con i russi che cercano di consolidare le posizioni nel Donbass e le trattative negoziali che ancora non si sbloccano.
Da segnalare, invece, un deciso cambio di passo nella comunicazione da parte della BCE. In particolare, la Presidente Lagarde, tramite un podcast pubblicato sul sito della BCE, ha dichiarato che alzare i tassi di interesse è necessario a causa dello spostamento verso l’alto delle prospettive di inflazione e che perciò, gli acquisti netti si concluderanno “molto presto nel terzo trimestre”, in modo da consentire di alzare i tassi alla riunione di luglio e di “abbandonare i rendimenti negativi entro la fine del terzo trimestre”. Il Consiglio sembrerebbe aver già raggiunto un’intesa per alzare i tassi ufficiali di (almeno) 50pb fra luglio e settembre.
Al contrario, da parte della FED, non sono arrivati ulteriori inasprimenti nella comunicazione. I verbali del Fomc di maggio hanno infatti confermato che la FED aumenterà i tassi di interesse 50 bps nelle prossime due riunioni, ma non in modo piú aggressivo di quanto già segnalato.
L’Earnings Season americana è sostanzialmente terminata, con il 99% della capitalizzazione di mercato dell’S&P500 che ha già riportato. Di queste, il 77% circa ha superato le aspettative in termini di EPS, mentre soltanto il 20% ha mancato le stime. Nonostante questo, sono da segnalare alcune trimestrali che hanno particolarmente minato il sentiment degli investitori, ovvero Walmart e Target che sono uscite con dei risultati particolarmente deludenti. Le due società attive nel campo dei consumi hanno subito le stesse dinamiche negative. Entrambe hanno registrato una crescita delle vendite, ma con una evidente contrazione dei margini, in quanto non sono state in grado di scaricare sul consumatore finale l’aumento dei costi di produzione. Infine, arrivano i primi segnali di cambiamento delle preferenze dei consumatori americani che, sotto pressione per la perdita di potere d’acquisto, hanno iniziato a spostare i loro acquisti sui prodotti più economici a minor valore aggiunto, amplificando l’effetto negativo sui margini. Nel giorno della presentazione dei risultati, i due titoli hanno registrato pesanti ribassi ben oltre la doppia cifra. Leggermente meno brillante l’andamento delle trimestrali in Europa che sulla base dei dati raccolti da Refinitiv mostra come il 67% delle aziende abbia battuto le stime sull’EPS. Mediamente, la percentuale di aziende che supera le stime sull’EPS si attesta al 52%.
A far invertire la rotta ai mercati sul finire del mese è stato il dato sull'inflazione del Pce degli Stati Uniti, sceso ad aprile a +6,3% annuale, con il dato 'core' in calo a +4,9%, dal 5,2% del mese precedente. Il dato sembra essere stato interpretato dagli operatori come la conferma del superamento del picco dei prezzi negli Stati Uniti.
In questo contesto macro e geopolitico incerto, dove la crescita economica potrebbe non essere in grado di reggere un sostenuto rialzo dei tassi a livello internazionale è quindi probabile che l’attuale fase di volatilità continui nelle prossime settimane. Manteniamo quindi ancora un atteggiamento cauto nei confronti dell’asset class azionaria, ma nel breve, vista la profonda correzione subita da inizio anno tatticamente riportiamo il posizionamento più costruttivo.
In ottica relativa, dal punto di vista geografico manteniamo il moderato sovrappeso sul mercato USA, dove oltretutto i multipli sono tornati leggermente al di sotto della media degli ultimi 10Y, in un quadro che dovrebbe essere meno sfidante per le aziende americane. Manteniamo il moderato sottopeso sull’Europa per tenere conto degli effetti della crisi in Ucraina sull’economia del Vecchio Continente, nonostante la forte sottovalutazione in termini fondamentali. Rimane la neutralità per il mercato Giapponese (atteggiamento supportivo da parte delle BOJ, con dati di crescita in via di stabilizzazione) e per i Paesi Emergenti, nonostante le condizioni finanziarie inizino a diventare maggiormente restrittive.
Per quanto riguarda il posizionamento settoriale, portiamo in positivo il settore tecnologico (sia in Usa che Europa), pesantemente penalizzato da inizio anno per la sua correlazione negativa con i tassi di interesse, ma che inizia a presentare valutazioni molto interessanti. Particolarmente attraenti le azioni relative al mondo software / servizi, meno soggette all’aumento dei costi di input dovuti alle forniture. In ottica simile, upgradiamo anche il settore dei Communication Services americano, penalizzato dal calo dei ricavi dovuti a minor spese in pubblicità/abbonamenti e da alcune trimestrali negative. Portiamo infine alla positività anche il giudizio sui Consumer Discretionary in Europa, zavorrati da inizio anno da spinte inflattive, avvento della guerra in Ucraina e difficoltà sul fronte della Supply Chain. Guardando al futuro, crediamo però che le riaperture a livello internazionale possano portare un contributo positivo dal comparto Travel&Leisure. Anche le componenti relative al Lusso e all’Automotive presentano valutazioni molto interessanti rispetto alle loro medie storiche con una capacità di pricing, soprattutto per i player del lusso, e di trasferimento al consumatore dell’aumento dei costi particolarmente forte, caratteristica che riteniamo fondamentale in un contesto di questo tipo.