Equity e Bond update - Novembre 2024
Le elezioni presidenziali americane trainano l’azionario USA a nuovi massimi e ne accentuano la sovra-performance in atto da inizio anno e in tutta l’esperienza post-pandemica. Gli investitori sono fiduciosi che le politiche di Trump prolungheranno l’eccezionalismo USA grazie a minori tasse e deregolamentazione senza forti ripercussioni dall’atteso rialzo di deficit fiscale, inflazione e tassi.
La reazione dei mercati al risultato delle elezioni presidenziali USA ha accentuato il trend di sovra-performance dell’azionario USA in atto postpandemia: miglioramenti di offerta e un mix relativamente più espansivo di politiche economiche hanno sancito la maggior resilienza dell’espansione USA ai molteplici shock che hanno colpito l’economia globale. L’azionario USA è salito a nuovi massimi storici nonostante un sensibile rialzo dei rendimenti: ai risultati aziendali più favorevoli rispetto alle altre aree geografiche si è aggiunta la convinzione che l’Amministrazione Trump darà nuovo impulso alla redditività delle aziende USA tramite tagli alle tasse, deregolamentazione e protezione dalla concorrenza estera. La forza del mandato presidenziale aumenta la probabilità di piena applicazione del programma economico anche nelle misure più controverse sul fronte fiscale e commerciale. Tempi e modalità d’implementazione consentiranno di valutare l’impatto effettivo su crescita e inflazione. Il focus si sposta sui dazi e sulle relative implicazioni inflattive: in un contesto di stallo nella discesa dell’inflazione di fondo, questo potrebbe rallentare la discesa dei tassi ufficiali USA nel 2025.
AZIONARIO
Manteniamo un approccio positivo nei confronti dell'America, motore trainante della crescita globale, e ribadiamo la nostra fiducia nei confronti del mercato statunitense. La netta vittoria repubblicana alle elezioni ha infuso ottimismo negli investitori, alimentando le aspettative di una crescita economica robusta, stimolata da espansione fiscale e da una riduzione delle imposte societarie. Questi fattori, promettenti per gli utili aziendali, rafforzano quindi la nostra visione positiva. Nonostante la recente instabilità politica in Germania, per quanto riguarda l’Europa confermiamo la nostra posizione (anche se nel breve potrebbe essere soggetta a maggior volatilità rispetto alle altre aree geografiche), sostenuta da una politica monetaria accomodante da parte della BCE e da valutazioni azionarie contenute rispetto ai livelli storici. Ribadiamo inoltre il nostro posizionamento nei Mercati Emergenti. Se da un lato la nuova amministrazione americana potrebbe adottare politiche meno favorevoli verso queste aree geografiche, dall'altro le valutazioni azionarie a sconto rispetto ai paesi sviluppati, l'orientamento accomodante delle banche centrali di riferimento e l'attesa di stimoli fiscali più incisivi da parte della Cina, ci portano a mantenere l’esposizione. Infine, confermiamo anche il posizionamento sul mercato giapponese: la decisione della BOJ di sospendere per il momento l'aumento dei tassi per contrastare l'inflazione potrebbe stabilizzare lo yen, favorendo il ritorno degli investitori internazionali.
Dal punto di vista settoriale diamo una connotazione più ciclica in America, confermando la nostra visione cauta su alcuni settori difensivi e migliorando la nostra visione sugli industriali USA e sulle piccole e medie capitalizzazioni. In Europa continuiamo a considerare positivamente le Utilities grazie ai trend strutturali di elettrificazione e crescente domanda di energia green, valutazioni fondamentali a sconto, ottimo dividend yield e correlazione inversa con il movimento dei tassi di interesse (settore bond proxy e con livello di indebitamento elevato). Manteniamo la preferenza anche sul settore tecnologico dato che riteniamo che il comparto possa riportarsi in linea con i rendimenti di mercato grazie a buoni fondamentali, bilanci solidi ed una crescita strutturale rimasta intatta grazie al contributo dell’AI. Confermiamo la visione negativa sul settore Industriale e abbassiamo le aspettative sul settore dei Consumer Staples a causa sia di un contesto macroeconomico debole che per una contrazione nella spesa dei consumatori. In USA ribadiamo l’interesse sul settore Tecnologico, grazie al profilo di crescita attesa solido e bilanci sani e diamo maggior fiducia agli Industriali USA che, grazie alle politiche di on-shoring e a quelle protezionistiche sotto lo spirito “America First”, dovrebbero beneficiare di una maggiore crescita attesa e minori tasse, al pari delle piccole e medie capitalizzazioni che producono e vendono sul mercato interno. Sempre in USA confermiamo l’approccio cauto su Consumer Staples e Utilities. Il primo per la riduzione dei margini di settore e consumatori meno propensi ai consumi, il secondo e per dare una connotazione meno difensiva al posizionamento nel suo complesso.
OBBLIGAZIONARIO
Nel mese di ottobre si è assistito ad un significativo rialzo dei rendimenti dei governativi, in primis negli Stati Uniti: il movimento è stato guidato da dati macroeconomici USA positivi e soprattutto, avvicinandosi le elezioni Presidenziali USA, dall’aumento della probabilità di una vittoria (poi verificatasi) di Trump. Il mercato si è infatti focalizzato sull'atteso ampliamento del deficit statunitense a fronte di politiche fiscali espansive previste soprattutto nel programma dei Repubblicani, a cui si è aggiunto anche un rialzo delle aspettative d’inflazione, in scia alle potenziali nuove politiche protezioniste/dazi. La FED a inizio novembre ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base, come da attese confermando l’approccio “data dependent”. Il movimento di rialzo dei rendimenti, sebbene con una minor intensità, si è esteso anche all’ Europa, con la curva tedesca che anche nel mese di ottobre ha proseguito, a differenza di quella USA, il proprio irripidimento (bear steepening). La BCE in ottobre ha proseguito il suo ciclo monetario espansivo con un taglio di 25 bps, confermando (come la Fed) un approccio dipendente dai dati seppur in un contesto macro che, a differenza degli USA, ha registrato un maggior deterioramento della crescita (soprattutto in Germania). I risultati elettorale negli USA, che hanno registrato una vittoria repubblicana inaspettata nella sua pienezza, rappresentano una discontinuità delle attuali politiche economiche, i cui impatti saranno da valutare nei prossimi trimestri: pertanto non ci aspettiamo conseguenze economiche dalle stesse nel breve periodo (lo stesso neo Presidente Trump si insedierà a gennaio alla Casa Bianca). Il cambio di Amministrazione è però un elemento di novità col passato ed oggettivamente, in termini di mercato obbligazionario, un ostacolo momentaneo alla discesa dei rendimenti USA, i quali riteniamo però abbiano già incorporato, nel movimento di rialzo in fase pre-elettorale, buona parte del newsflow. In questo nuovo contesto, nel quale è evidente la divergenza di intensità al rialzo tra rendimenti USA e EU, riteniamo che sia opportuno mantenere una preferenza relativa sui mercati europei con un orizzonte di medio-lungo termine complice un contesto macro più a rischio deterioramento per l’Europa, che sarebbe inoltre più vulnerabile alle nuove politiche repubblicane in termini di dazi. Nel comparto del credito europeo gli spread Investment Grade e High Yield non hanno evidenziato particolari movimenti, con quelli High Yield che hanno risentito positivamente del risk on emerso nelle ultime settimane, soprattutto negli USA. Manteniamo un’impostazione positiva per il credito Investment Grade dell’area euro, con la preferenza per i segmenti medio lunghi, in coerenza con la nostra impostazione positiva sul tasso europeo e visto il recente l’irripidimento delle curve che rende le scadenze maggiori più interessanti. Si conferma inoltre il posizionamento sulla componente High Yield Europea all maturities stante una selezione accurata degli emittenti con una preferenza “quality” per il segmento dei subordinati, ibridi industriali e finanziari. La vittoria netta dei Repubblicani e le conseguenti prospettive di una crescita sostenuta, di espansione fiscale e di tagli alle tasse aziendali ci portano a rivalutare in prospettiva il nostro posizionamento sull’High Yield USA. Rimaniamo investiti nel comparto degli Emerging Markets, sia in hard currency che in local currency. Sebbene i fondamentali dei Paesi emergenti siano sostanzialmente solidi e le recenti misure di stimolo cinese supportino, più di prima, il sentiment sull’asset class, riteniamo che l’insediamento della prossima Amministrazione Trump possa portare ad un incremento di volatilità e ad un maggiore deterioramento dei rapporti USA-Cina e commerciali globali: attendiamo quindi opportunità d’ingresso più interessanti, con una prospettiva di medio periodo.