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Equity e Bond update - novembre 2023

Equity Bond update Novembre 2023

La volatilità dei mercati obbligazionari continua a influenzare in modo significativo tutte le maggiori classi di attivo.

I rendimenti governativi decennali toccano nuovi massimi offrendo opportunità interessanti d’ingresso sui segmenti a lungo termine delle curve. Manteniamo uno scenario centrale di rallentamento non recessivo con graduale disinflazione nonostante gli accresciuti rischi geopolitici. La resilienza dell’economia USA riflette i miglioramenti di offerta mentre l’irrigidimento delle condizioni finanziarie ferma i rialzi della Federal Reserve, in attesa di una rivalutazione macro con la riunione FOMC di dicembre. Il ciclo BCE è probabilmente concluso dati stagnazione e restrizione creditizia.

EQUITY

I mercati azionari globali hanno registrato una performance negativa nel mese di ottobre, proseguendo l’intonazione ribassista avviata dai massimi di fine luglio. I corsi azionari hanno continuato a risentire dell’incremento dei tassi d’interesse, dei timori relativi all’andamento dell’economia globale e del repentino aumento dei rischi geopolitici in Medio Oriente. Sul fronte degli utili, le trimestrali sino ad ora pubblicate si sono confermate migliori delle attese negli USA, mentre indicazioni contrastanti continuano ad arrivare dall’Europa con il solo 51% delle aziende che ha superato le attese sugli utili. In questo contesto, nonostante persistano elementi di cautela dal punto di vista geopolitico e tenuto conto della maggiore probabilità di uno scenario di “soft landing” e della correzione dei listini azionari dell’ultimo mese, aumentiamo la positività sull’asset class, privilegiando maggiormente i titoli di qualità/difensivi rispetto ai ciclici puri.

Dal punto di vista geografico esprimiamo ancora una moderata preferenza per il mercato USA per via di una crescita economica sopra le aspettative, una migliore produttività, condizioni finanziarie meno restrittive rispetto ad altre economie sviluppate e una minor sensibilità ai rischi geopolitici in Medio Oriente. Manteniamo invece il nostro posizionamento su Europa e Giappone per le valutazioni fondamentali che restano particolarmente interessanti, mentre rimaniamo meno costruttivi sui mercati emergenti, per via della loro forte esposizione ai rischi geopolitici e vista l'incertezza della ripresa cinese. I Paesi del blocco, pur beneficiando di prospettive economiche complessivamente positive, potrebbero però risentire della forza del dollaro e delle nuove pressioni inflazionistiche penalizzandone almeno in parte la tenuta della domanda interna.

Dal punto di vista settoriale, confermiamo un’impostazione quality/difensiva. In Europa, dove ci aspettiamo un rallentamento più pronunciato, manteniamo la positività sul settore Healthcare, grazie a valutazioni storicamente interessanti ed elevato pricing power e sulle Utilities Europee, beneficiarie di un probabile picco dei tassi. Restiamo positivi anche sui Comm. Services USA, grazie al loro mix industriale diversificato con una buona esposizione anche al tema dell’AI e sui Consumer Staples, che trattano in linea al mercato nonostante un premio valutativo storico mediamente del 10/12%. In ottica di bilanciamento, teniamo in sovrappeso gli Energy Europei, puntando sulla riduzione dell’offerta di greggio dall’Arabia Saudita e dalla Russia e per coprirci da eventuali rischio geopolitici in Medioriente.

 

OBBLIGAZIONARIO

Nel corso del mese di ottobre i principali indici di mercati obbligazionari globali hanno registrato una performance negativa, complice la prosecuzione del rialzo dei tassi diffuso a livello globale, movimento poi sostanzialmente rientrato nei primi giorni di novembre. Nel complesso le curve dei rendimenti sia in America che in Europa hanno registrato una riduzione del livello di inversione.

Il nostro scenario centrale di graduale disinflazione e di rallentamento ciclico non recessivo rappresenta un contesto interessante per il rischio tasso. Intravediamo ancora opportunità sulla parte a breve della curva europea, visti gli interessanti livelli raggiunti. Confermiamo in ottica di accumulo graduale la preferenza per la curva americana, soprattutto a lungo termine, premiante in termini di redditività assoluta, di tassi reali storicamente elevati e potenzialmente anche in ottica difensiva in caso di fasi di forte avversione al rischio dovuti ad una eventuale escalation delle tensioni in Medio Oriente.

Nel comparto del credito la fase di avversione al rischio prevalsa in ottobre ha portato un aumento di volatilità. Manteniamo un’impostazione cauta, con una preferenza relativa per i settori più resilienti Investment Grade e, vista la forma appiattita delle curve di credito, privilegiamo i segmenti più brevi. Confermiamo una maggior cautela sul comparto HY, vulnerabile ad un contesto di tassi alti per un periodo più lungo e ad uno scenario di crescita globale in potenziale deterioramento con impatti sui fondamentali societari.

I mercati emergenti (EM), seppur ancora interessanti in un orizzonte temporale più lungo, sono stati recentemente penalizzati dal recente rapido aumento dei rendimenti avvenuto nei Paesi Sviluppati, soprattutto negli USA. In termini relativi riteniamo al momento più attraente una posizione in EM Hard Currency vs Local.

 

 

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