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Equity e Bond update - Febbraio 2025

Equity&Bond update febb.2025-1

Il 2025 inizia con un tono positivo per le classi di attivo rischiose ma al tempo stesso con eccezionale incertezza sulle politiche economiche della nuova Amministrazione Trump.

Il primo scorcio del 2025 è stato favorevole per le classi di attivo rischiose, benché con maggior volatilità rispetto al 2024, data la difficoltà di derubricare i numerosi ordini esecutivi della nuova Amministrazione Trump specie sul fronte protezionistico. I dazi sembrano rappresentare soprattutto uno strumento negoziale per ottenere concessioni mirate dai rispettivi partner commerciali, e le ritorsioni dagli altri paesi sono state finora contenute. Tuttavia un utilizzo diffuso di tasse doganali per aumentare le entrate fiscali e favorire l’industria domestica avrebbe ripercussioni sfavorevoli sull’inflazione statunitense e sulla crescita globale. In contrasto con lo scorso anno, il rialzo azionario è stato trainato dall’Europa, che beneficia dell’andamento brillante dei finanziari, di segnali di stabilizzazione ciclica e delle prospettive di allentamento monetario: la BCE proseguirà la normalizzazione, a fronte di una Fed più attendista.

AZIONARIO

Manteniamo una visione positiva sull’asset class azionaria, supportata dall’andamento costruttivo del ciclo economico e dà segnali incoraggianti provenienti dai paesi sviluppati e dalla Cina. L'anno è iniziato con gli annunci della nuova amministrazione americana ed il lancio di nuovi modelli di AI cinese a basso costo, che hanno dominato la scena e riportato in auge la volatilità.

Adottiamo un approccio più diversificato, ribilanciando il focus su USA e Tecnologia incrementando l’esposizione verso strategie Equal Weight e Mid-Small Cap, con un maggior peso su Europa, Giappone e Mercati Emergenti. In un contesto ancora favorevole ai risky asset ma caratterizzato da volatilità, gestiamo opportunisticamente le oscillazioni di mercato, principalmente legate agli annunci o all’implementazione dei dazi USA verso i partner commerciali, considerati il principale rischio per il nostro scenario rialzista. In America le valutazioni restano elevate e riteniamo che il mercato stia scontando uno scenario ottimistico per cui vediamo il rapporto rischio rendimento meno favorevole rispetto al recente passato. u. Le elezioni politiche Germania potrebbero rappresentare un catalyst positvo, e un’eventuale nuova maggioranza parlamentare potrebbe dare vita ad un Governo più orientato alla crescita. Rimaniamo positivi anche sul Giappone, le cui aziende dovrebbero continuare a beneficiare della riforma della corporate governance, avanzata dall’autorità finanziaria oltre ai miglioramenti di natura fiscale che il nuovo governo sta implementando. Positività anche nei confronti dei Paesi Emergenti principalmente per 3 motivi: valutazioni sui minimi storici vs i Paesi Sviluppati, dollaro in trading range ed infine una parziale ripresa dell’economia cinese.

In attesa di nuovi sviluppi sul fronte commerciale da parte dell’amministrazione Trump e dell’Earning
Season in USA ed Europa, manteniamo un orientamento settoriale leggermente più ciclico negli Stati
Uniti, sottopesando i Consumi Discrezionali ed i Consumi di prima necessità e rafforzando l’esposizione su Finanziari e Servizi di Comunicazione. In Europa manteniamo in sovrappeso le Utilities e aumentiamo il peso dei Finanziari.

OBBLIGAZIONARIO

Manteniamo una preferenza relativa sui mercati europei con un orizzonte di medio-lungo termine.

Andamento volatile per i rendimenti dei governativi in gennaio che hanno consolidato al rialzo nella prima parte del mese scorso per poi invertire il trend stabilizzandosi su livelli più bassi. A guidare il ribasso un’inflazione americana leggermente inferiore alle attese e un movimento di risk off che ha pesato sui mercati azionari in un contesto di maggior incertezza per evoluzione del news flow dei primi dazi annunciati da parte di Trump. La dialettica delle banche centrali e i dati rassicuranti, soprattutto in Europa, sul fronte inflazionistico, hanno contribuito alla stabilizzazione dei rendimenti. Negli Stati Uniti la Fed ha accompagnato il mantenimento dell’attuale livello dei Fed funds rate, in attesa di maggiori progressi sull’inflazione, e di maggiore chiarezza sugli effetti delle politiche della nuova amministrazione. La BCE ha tagliato i tassi di 0,25% e la Presidentessa Lagarde come sempre non si è impegnata ad un percorso predeterminato, lasciando invece che le decisioni siano prese “riunione per riunione”, ma ha affermato che le condizioni monetarie restano “significativamente restrittive”, aprendo la strada a nuovi tagli. La BCE ha dato nel complesso una stance dovish sulla politica monetaria con un outlook in deterioramento per l’incertezza del quadro economico anche se più dati saranno sicuramente disponibili al meeting di marzo quando verranno riviste le stime macroeconomiche.

In questo contesto manteniamo una view positiva sul rischio tasso tenuto conto del proseguo del processo di normalizzazione dei tassi iniziato dalle principali banche centrali (Fed e BCE). Riteniamo corretto mantenere la duration in sovrappeso sui segmenti medio/lunghi delle curve per sfruttare la maggior sensitività dei prezzi. Si conferma una preferenza per la curva europea, complice la maggior debolezza ciclica, una più marcata vulnerabilità ai rischi protezionistici e con l’inflazione in area euro che potrebbe raggiungere il target del 2% in corso d’anno a fronte di una maggior rigidità di quella USA. Inoltre, sulla curva Euro alcuni fattori tecnici, come le dinamiche di offerta, sono favorevoli nel 2025 rispetto al 2024, nonostante la stagionalità negativa del primo trimestre dell’anno. Nel breve non si esclude tuttavia una maggior volatilità, che andremo a gestire in modo dinamico valutando i trading range su Treasury e Bund.

Nel comparto del credito gli spread nel complesso hanno mostrato una buona resilienza al rialzo dei tassi dei governativi consolidando su livelli storicamente compressi sia in America che in Europa. Operativamente si mantiene la preferenza per il comparto Investment Grade dell’area euro che continua ad offrire un buon rapporto rischio-rendimento, e si conferma un’impostazione quality attraverso il sovrappeso dei subordinati (finanziari e ibridi industriali). L'High Yield si è dimostrato resiliente durante la recente fase di rialzo dei rendimenti. Riteniamo tuttavia che gli spread sul credito High Yield, soprattutto in Europa, in un contesto di crescita debole possano diventare meno appetibili visto il differenziale con il credito a più alta qualità, in continua compressione.

 

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