Citywire Italia Top50
Lo speciale che riunisce 50 tra i professionisti che oggi definiscono gli standard di qualità in Italia.
Quanto i private markets contano per la vostra clientela?
A livello di gruppo crediamo molto sullo sviluppo di soluzioni di private markets da poter inserire all’interno dei portafogli. Abbiamo avviato vari progetti che vogliono proprio integrare in modo organico la presenza dei private assets nell’asset allocation complessiva e crediamo che questi investimenti possano essere il driver di evoluzione del nostro modello di consulenza, in linea con le aspettative dei nostri clienti. In questo contesto sicuramente favorevole, risulta però sempre importante tenere in considerazione la scarsa trasparenza e liquidità di questi mercati che rendono necessaria una attenta selezione.
Avete notato un incremento della domanda di Etf rispetto ai fondi comuni nell’ultimo anno?
Sicuramente la richiesta è aumentata. La nostra clientela e la rete distributiva contano però su ricche selezioni che mettiamo a disposizione tipicamente all’interno dei wrapper dove crediamo che questi strumenti possano essere maggiormente utili: abbiamo creato una soluzione di investimento assicurativa a fondi esterni che prevede il solo utilizzo di Etf e nel servizio di gestioni patrimoniali questi strumenti pesano circa il 50%.
Qual è la sfida più grande per un fund selector nel contesto di tassi alti e mercati volatili?
Nel contesto attuale, ciò che più monitoriamo sono i portafogli sottostanti alle strategie di credito dove la ricerca di spread potrebbe portare ad una eccessiva concentrazione degli emittenti e un allentamento sui presidi del merito creditizio. Sulla parte azionaria, monitoriamo da vicino l’esposizione delle strategie tematiche che potrebbero rivelarsi eccessivamente concentrate o esposte ad aziende con multipli eccessivamente elevati.
Approfondisci, su Citywire