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Bond Update - Marzo

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Nel corso del mese è proseguito il rialzo dei rendimenti calmierato nelle ultime sedute dal risk offNel corso di febbraio si assistito ad un progressivo aumento della volatilità anche sui mercati obbligazionari, con l’indice MOVE, che misura la volatilità implicita delle curava dei tassi americani, salito sui massimi dal marzo 2020. A guidare i mercati obbligazionari ormai da inizio anno sono le prospettive di una rimozione accelerata dello stimolo monetario (tramite tassi e dimensione del bilancio) da parte delle banche centrali dopo 3 anni di ininterrotta espansione, a cui si è aggiunto nelle ultime settimane l’escalation della situazione russo ucraina esplosa con l’invasione su vasta scale dell’Ucraina da parte delle truppe russe degenerando in conflitto. Nel corso del mese  i rendimenti sia in America che in Europa si sono mossi in significativo rialzo raggiungendo i massimi dal 2018 e 2020 rispettivamente per il decennale tedesco e americano, per poi  ripiegare al ribasso nell’ultima settimana in scia al risk off prevalso sui mercati con acquisti di titoli governativi come asset rifugio. In questo contesto il ruolo delle principali banche centrali sarà ancor più complesso e dirimente, sia per gestire le spinte inflattive in atto sia per garantire la stabilità finanziaria sui mercati con possibili rischi di rallentamento della crescita. Importanti saranno le prossime riunione di marzo della Fed e delle BCE. Per quanto riguarda la FED, la lettura delle minute del FOMC non ha portato sostanziali novità e diversi economisti prevedono ancora un rialzo di 50bps a marzo seguito da due rialzi di 25bps a maggio e giugno cui seguirà una pausa estiva durante la quale comincerà probabilmente la riduzione del bilancio; l’evoluzione del conflitto potrebbe però potenzialmente far rivedere piani, tempistiche ed intensità dei rialzi. 

La Banca Centrale Europea, alla luce di dinamiche inflattive più persistenti delle attese, ha sorpreso gli investitori segnalando nella riunione a inizio febbraio un’accelerazione nella rimozione dello stimolo, che partirebbe da una conclusione anticipata del programma di quantitative easing: gli acquisti netti di titoli potrebbero dunque concludersi entro il terzo trimestre per poi procedere subito dopo con il primo rialzo dei tassi nell’ultimo trimestre. Tuttavia le ultime dichiarazioni da parte di esponenti della BCE hanno segnalato che la situazione in Ucraina potrebbe ritardare l’uscita dagli stimoli della BCE. Nel complesso confermiamo un’impostazione neutrale con una moderata negatività sul rischio tasso; ci aspettiamo l’avvio della normalizzazione da parte delle banche centrali vista la loro determinazione a stabilizzare l’inflazione, con il rischio che a fronte di un’ulteriore escalation delle tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina i piani di uscita dagli stimoli potrebbero essere rimodulati soprattutto in Europa.

Nel mercato del credito i premi al rischio hanno registrato significativi allargamenti sia nel comparto IG che HY in un contesto di maggior volatilità. Il repricing riflette una rivalutazione complessiva dal livello dei premi eccessivamente compressi degli ultimi periodi, le attese di un’accelerazione della normalizzazione dei rendimenti, l’incertezza sulla traiettoria dell’inflazione che rimane ancora alta e non da ultimo l’evoluzione della situazione in Ucraina dopo l’invasione da parte delle truppe russe. Sul comparto del credito passiamo pertanto ad un approccio di maggior cautela perché riteniamo che nel breve il contesto rimanga incerto con potenziale impatti sui premi al rischio. Anche sul debito emergente  passiamo ad una view neutrale negativa con un bias più negativo sulla componente in local currency, con l’asset class che nel suo complesso rimane ancora vulnerabile a potenziali aumenti di volatilità per l’upside del rischio geopolitico.

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