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Bond update - Maggio 2023

Bond Update Maggio 23

Progressivo rialzo dei rendimenti in Aprile

Nel mese scorso l’alleviarsi dei timori di tenuta del sistema bancario ha favorito un progressivo
rialzo dei rendimenti a livello globale dai minimi raggiunti nel mese di marzo con un rientro della
volatilità. Il mercato è tornato a focalizzarsi sulle aspettative delle banche centrali riguardo
l'inflazione e sui dati macro. Sul fronte inflattivo è proseguito il calo dell’inflazione sia in America
che in Europa nella componente “headline” grazie ai prezzi dell’energia, mentre la componente
“core” si è confermata più resiliente soprattutto in area euro. Gli altri dati macro (PMI, mercato del
lavoro e indici di fiducia) hanno segnalato una discreta resilienza stemperando i timori di una
severa recessione.

Il focus dei mercati si è concentrato sulle riunioni delle banche centrali di inizio maggio, che non
hanno disatteso il consenso: la Fed come da attese ha alzato i tassi di 25 bps, abolito la forward
guidance e non si aspetta altri rialzi, con le prossime decisioni che verranno prese valutando non
solo l’evoluzione dei dati, ma anche i precedenti rialzi cumulati e gli effetti recenti della restrizione
del credito. Aumento di 0,25 bps in linea alle attese anche da parte della BCE che ha confermato
che ogni decisione continuerà a essere presa riunione dopo riunione sulla base dei dati in arrivo. Al
tempo stesso la Banca centrale ha annunciato che da luglio «si aspetta» che i reinvestimenti dei
titoli in scadenza acquistati nel corso del programma APP siano interrotti, annunciando quindi un
Quantitative Tightening (QT) totale.


In tale contesto, i rendimenti hanno consolidato al rialzo nel corso del mese. Le curve dei
rendimenti si sono marginalmente irripidite, con quelle americane e tedesca che hanno ridotto i
loro livelli di inversione: il tratto 10vs2 anni è sceso da -60 a -50bps e quello tedesco da -35 a -25
bps. Il mercato è infatti ancora posizionato per possibili tagli soprattutto da parte della Federal
Reserve, forse troppo eccessivi anche alla luce dei solidi recenti dati sul mercato del lavoro USA.
La carta italiana si è mossa nel complesso in linea al mercato con lo spread che ha consolidato in
area 190, marginalmente appesantito dal rafforzamento del vincolo esterno sulle politiche
economiche dell’Italia, così come previsto nella proposta della Commissione Europea in merito alla
riforma del Patto di stabilità e, nelle ultime sedute dall’ inaspettata decisione della BCE di porre fine
ai reinvestimenti del programma APP.


Le attese per la conclusione del ciclo restrittivo nei Paesi avanzati per il secondo trimestre e la
tolleranza delle banche centrali ad una graduale disinflazione per salvaguardare la stabilità
finanziaria rappresentano un contesto più favorevole al rischio tasso. Esprimiamo nello specifico
una preferenza per la curva americana a medio-lungo termine, attendendoci movimenti di
consolidamento nei prossimi mesi con una Federal Reserve che appare avviata verso una pausa
del processo di restrizione monetaria. Nel comparto del credito gli spread hanno registrato
moderati restringimenti nello scorso mese, in un contesto di volatilità in calo dai picchi raggiunti
nel mese di marzo. Il movimento è stato più marcato nel comparto Investment Grade, con gli
spread che si sono riportati in prossimità dei livelli pre-crisi bancarie contribuendo positivamente
alle performance degli indici di credito.


A livello di asset class rimaniamo strategicamente costruttivi sul comparto IG europeo, con una
preferenza sugli emittenti di alta qualità grazie all’attuale combinazione di valutazioni interessanti
e livelli di rendimento storicamente elevati. Il comparto High Yield, a nostro avviso, offre
interessanti opportunità di carry in una logica di accumulo graduale, con un orizzonte
sufficientemente lungo da compensare possibili allargamenti degli spread in risposta al possibile
deterioramento del contesto macroeconomico nei prossimi mesi. Tenuto conto di un'inflazione in
fase di moderazione dai passati picchi ed un contesto di mercato in cui sembra delinearsi un
dollaro USA in fase di indebolimento e rendimenti dei Treasury in diminuzione, sottolineiamo la
nostra preferenza per le obbligazioni dei Paesi emergenti, anche in Local Currency. A supporto
dell’asset class il livello di rendimento raggiunto (sui massimi pluriennali) e la diversificazione dalle
recenti problematiche finanziarie dei Paesi sviluppati.

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