Bond Update - Febbraio
Nel corso del mese rendimenti dei governativi in rialzo sia in Europa che negli USA
Il nuovo anno è iniziato all’insegna del cambio di regime monetario da parte delle principali banche centrali che hanno avviato una strategia di uscita dall’eccezionale stimolo monetario pur con tempi e modalità differenti tra le due sponde dell’oceano, con l’obiettivo di contrastare dinamiche inflattive più persistenti rispetto quanto stimato negli scorsi mesi.
La FED ha segnalato con chiarezza l’avvio di un ciclo restrittivo che inizierà quasi certamente con un primo rialzo dei tassi ufficiali in marzo, proseguendo ad un ritmo che potrebbe essere più rapido di quanto finora scontato dal mercato. Per l’avvio del quantitative tightening, ossia della riduzione del bilancio (tramite una progressiva riduzione del reinvestimento dei titoli in scadenza), occorrerà attendere ancora qualche mese.
In Europa, la BCE continua a giustificare il proprio “attendismo”, nonostante dati sui prezzi al consumo siano ben al di sopra del target, confermando il proprio atteggiamento accomodante e sostenendo la temporaneità dell’inflazione. In tale contesto nel corso del mese i rendimenti dei governativi hanno consolidato al rialzo sia in Europa che negli USA raggiungendo livelli prima della pandemia. La quota di titoli con rendimenti negativi (con riferimento all’indice Global Aggregate di Bloomberg) è scesa significativamente a 9,5$tln da 14$tln di metà dicembre.
Le curve dei tassi hanno avuto tuttavia registrato movimenti differenti; quella americana ha continuato il movimento di appiattimento con il mercato che prezza addirittura 5 rialzi nel corso del 2022. In Europa la curva si è invece irripidita marginalmente a conferma di attese di tassi a breve fermi per il 2022. La carta italiana nel corso del mese si è mossa nel complesso in linea al mercato, registrando rendimenti in rialzo diffusi su tutta la curva.
La carta italiana, al netto di recuperi nel breve alla luce della rielezione del Presidente Mattarella con il mantenimento dello status quo al Governo e al Quirinale, a garanzia del rispetto degli impegni europei, rimane comunque esposta alla graduale normalizzazione dei rendimenti, in funzione delle dinamiche inflattive, con la carta periferica che rimane più sensibile alle politiche di riduzione degli acquisti di titoli da parte della BCE.
Nel complesso confermiamo un’impostazione neutrale con una moderata negatività sul rischio tasso. Dopo il significativo repricing ci attendiamo una possibile stabilizzazione dei tassi nel breve, complice anche i recenti rischi geopolitici. Tuttavia non escludiamo potenziali rischi di upside con l’avvio della normalizzazione da parte delle banche centrali vista la loro determinazione a stabilizzare l’inflazione, con i tassi reali destinati a salire gradualmente.
Nel mercato del credito i premi al rischio hanno consolidato in marginale rialzo complici il risk off in scia all’inasprimento della politica monetaria, al persistere di consistenti dinamiche inflattive e alle tensione geo politiche dovute alla situazione ucraina. I principali indici hanno registrato performance sotto la parità sia nel comparto finanziario che industriale.
Sul comparto investment grade passiamo ad un’impostazione neutrale- negativa sia in virtù della riduzione dei programmi di acquisto della BCE, ma anche per una minore attrattività relative del segmento rispetto alle componente governative dopo il recente repricing dei rendimenti.
Sul segmento High Yield si mantiene un’impostazione neutrale in ottica di carry supportata da buoni fondamentali in un contesto macro ancora costruttivo. Sul debito emergente in valuta locale confermiamo un impostazione neutrale/negativa, mentre passiamo ad un bias neutrale invece sulla componente in hard currency con valutazioni che tatticamente potrebbero risultare interessanti, stante il profilo di maggior volatilità dell’asset class.