La reazione negativa delle borse riflette un’accresciuta incertezza sull’impatto economico del COVID-19, finora scontato dall’azionario come una crisi temporanea e circoscritta, con una caduta produttiva concentrata nel primo trimestre e nell’area asiatica, seguita da un analogo rimbalzo nel secondo trimestre. Tale scenario incorpora diverse ipotesi: 1) contenimento dell’epidemia cinese in tempi rapidi, 2) limitata diffusione virus al resto del mondo, 3) ritorno a piena capacità produttiva in Cina entro marzo e 4) sostegno dalle politiche economiche. Gli sviluppi recenti hanno tuttavia messo parzialmente in dubbio le prime tre ipotesi: permane incertezza sui tempi di riapertura degli impianti in Cina e l’epidemia si sta propagando in Giappone, Corea, Italia e potenzialmente Europa a ritmi difficilmente stimabili.
In positivo, permane il sostegno della politica monetaria globale, resa ancora più espansiva dal calo dei rendimenti governativi in USA ed area euro: come accaduto nell’esperienza storica di analoghe crisi (epidemie/disastri naturali), la caduta produttiva cinese e globale dovrebbe riassorbirsi nel corso del 2020 con impatto limitato sulla crescita annua complessiva. I rischi a tale scenario centrale sono tuttavia chiaramente aumentati: l’impatto negativo sull’attività cinese nel primo trimestre sarà probabilmente superiore a quanto stimato dagli investitori (possibile anche una contrazione del PIL tra fine 2019 e inizio 2020) mentre aumentano il rischio di interruzioni nelle catene produttive globali e di ricadute negative sulla domanda non solo asiatica ma anche europea. Inoltre lo shock COVID-19 nel breve termine complicherà l’interpretazione degli indicatori ciclici: sarà difficile distinguere le temporanee distorsioni al ribasso dal trend sottostante. In questo contesto suggeriamo un atteggiamento di cautela ma non di panico: da parte nostra nei giorni scorsi avevamo già ridotto l’esposizione azionaria alle aree e settori più esposti, privilegiato comparti difensivi e aumentato la protezione dei portafogli tramite duration obbligazionaria. Nei prossimi giorni valuteremo l’evolversi dei fattori sopra descritti e l’andamento della volatilità per ridefinire l’adeguata rischiosità dei portafogli.
Nota: il mercato italiano in particolare sconta i nuovi rischi economici nel 2020 dato il contesto pre-COVID di quasi-stagnazione dell’attività produttiva. Occorre tuttavia considerare anche l’ottima performance già realizzata da inizio 2020 sia azionaria (rendimenti totali sopra 5% per il FTSE Mib) sia per il BTP, sostenuto in quest’ultimo caso dalla ricerca di rendimento degli investitori. In prospettiva, il comparto finanziario, ben sostenuto dalle prospettive di aggregazione bancaria, potrebbe essere penalizzato dalla citata revisione al ribasso delle stime di crescita e dalle prospettive ancora più protratte di tassi ufficiali bassi e negativi.