Evoluzione normativa, il Wealth management in Italia sempre più sostenibile, e aggiornamento questionario Mifid, sono le ultime evoluzioni ESG nel Wealth Management.
La transizione sostenibile del mercato finanziario
L’attenzione ai temi di sostenibilità, e in particolare al paradigma ESG, introduce nuove considerazioni e valutazioni circa la portata degli investimenti finanziari secondo una prospettiva non più solo tradizionale, ma anche di tipo ambientale, sociale e di buon governo societario.
Affinché la finanza sostenibile possa effettivamente costituire un cambio di regime, il mercato deve incrementare la sua trasparenza attraverso informazioni più dettagliate e comprensibili, ma anche aumentare la qualità, quantità e comparabilità dei dati sull’impatto delle attività economiche e dei rischi ambientali e sociali. La normativa ESG, prevalentemente europea, ha e avrà nel prossimo futuro un forte impatto positivo per gli investitori. Il Regolamento Tassonomia UE (classificazione che esplicita i criteri tecnici per cui le singole attività economiche contribuiscono agli obiettivi, ancora solo ambientali, dell’Unione Europea), la SFDR (regolamento sulla trasparenza delle informazioni di sostenibilità sia a livello generale che di prodotto) e prossimamente la CSRD (direttiva sull’informativa di sostenibilità delle imprese che andrà a sostituire la NFRD) contribuiranno ad accrescere il volume e la qualità di informazioni di carattere non finanziario disponibili e orientare in modo più consapevole le decisioni di investimento della clientela. (vedi Infografica)
Il Wealth Management ESG in Italia
La filiera italiana della gestione patrimoniale ritiene che la sostenibilità sia un fattore sempre più preminente e distintivo nella gestione degli investimenti, la cui rilevanza strategica attira l’interesse della clientela. Secondo un’analisi dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) sull’integrazione delle prassi ESG nel mondo del Wealth e Asset Management, nel nostro Paese è in atto una ridefinizione del posizionamento competitivo in tema di sostenibilità circa la gestione degli investimenti, la definizione di strategie commerciali e l’adeguamento del modello operativo.
Lo sviluppo degli investimenti sostenibili è legato alla fiducia che la clientela private ripone nel settore finanziario e nella sua capacità di integrare le tematiche ESG nella gamma d’offerta: quasi il 60% crede che la finanza stia già considerando i temi ambientali, sociali e di buon governo d’impresa, mentre il 45% è convinto che questo processo di transizione sostenibile influenzerà positivamente i profitti delle imprese e quindi indirettamente i propri investimenti. (vedi cos'è la sostenibilità nel Wealth Management)
Invece, tra le principali aree di intervento, da una parte vi è la necessità di lavorare sui dati e sulla formulazione di un adeguato score ESG e, dall’altra, affinare il processo di consulenza della clientela per meglio integrare le esigenze espresse anche di tipo sostenibile.
Di conseguenza assume importanza strategica il nodo delle competenze ESG attraverso la definizione di programmi di formazione indirizzati alle persone del settore per sviluppare le proprie conoscenze sul tema e guidare la clientela nei processi di consulenza e di gestione degli investimenti.
Inoltre, l’evoluzione ESG del Wealth Management richiede importanti investimenti per l’adeguamento dei propri applicativi a supporto del business in modo da integrare le informazioni chiave della clientela con quelle dei prodotti disponibili e renderle poi accessibili ai private banker. Ciò permette loro di eseguire una profilazione avanzata dei medesimi, la costruzione di portafogli personalizzati e il continuo monitoraggio delle metriche economiche e di sostenibilità.
Esprimere le proprie preferenze di sostenibilità: la novità di MiFID 2
A partire dal 2 agosto 2022 troveranno applicazione le modifiche apportate alla disciplina attuativa di secondo livello della MiFID 2 e della Idd, ad eccezione delle disposizioni circa la product governance che entreranno in vigore a novembre 2022.
Una delle novità più interessanti prevede la possibilità per gli investitori di manifestare le proprie preferenze di sostenibilità in sede di compilazione del questionario di profilatura, obbligando gli intermediari a tenerne conto nell’ambito della valutazione di adeguatezza.
Il che implica di conseguenza per i partecipanti al mercato la necessità di strutturare prodotti e servizi che vadano a soddisfare le esigenze manifestate. Il cliente sarà infatti chiamato ad indicare con che intensità vuole ricomprendere nel proprio portafoglio di investimento le seguenti tre tipologie di prodotti:
In riferimento a questi prodotti, il cliente dovrà indicare anche in che misura minima questi prodotti dovranno effettuare investimenti ecosostenibili o sostenibili o di quali PAI predilige la considerazione.
L’attuazione di queste modifiche comporterà inevitabilmente l’aumento dell’interesse e dello studio da parte della clientela del concetto di sostenibilità, pur sempre con il supporto di soggetti professionisti che, oltre a doversi occuparsi di informazione e formazione, dovranno sensibilizzare gli investitori sulle nuove potenzialità di investimento sostenibili offerte dal mercato.