Guarda l'intervista a Simone Da Dalt all'Investment Week, iniziativa di grande successo prodotta da Class CNBC; un panel di oltre 100 esperti di gestione consiglia i risparmiatori sulle scelte da fare in questo inizio anno di incertezze.
USA: commento sull’uscita del dato di inflazione deflatore PCE USA e conseguenze sulle dinamiche di politiche monetaria.
Dopo i dati sull’inflazione che avevano rialzato la testa nel mese di Dicembre, con il dato headline salito al 3,4% dal 3,2% e il dato core sceso al 3,9%, oggi il deflatore dei consumi PCE (indicatore preferito dalla Fed per monitorare il target di inflazione) ha registrato una discesa, sia nella componente anno su anno dal 3,2% di dicembre al 2,9% di Gennaio, sia nelle rilevazioni di più breve termine. Questo dato segue la discesa dell’indice dei prezzi alla produzione, che venerdì scorso aveva sorpreso al ribasso con il secondo mese consecutivo di calo (e con il dato core annualizzato che era sceso sotto il 2% a 1,8% per la prima volta dal 2020).
Contemporaneamente nei giorni scorsi sono usciti anche nuovi dati, che confermano la forza dell’economia statunitense, PMI di Gennaio (50,3 punti sul manifatturiero, quindi in territorio espansivo e su valori massimi da 15 mesi - 52,9 punti sui Servizi - dato più alto da sette mesi) ma anche dalla prima lettura del Pil americano del quarto trimestre, risulta decisamente sopra le attese al 3,3% annuo.
Il mercato ha letto questi dati come la conferma che l’atterraggio morbido dell’economia americana si sta effettivamente concretizzando, anche se è lecito attendersi che la Fed debba ridurre progressivamente i tassi reali e crediamo si possa ipotizzare un primo taglio dei tassi, già nella tarda primavera di quest’anno, purché l’inflazione core continui a scendere.
Banche Centrali
Il 25 Gennaio la BCE ha mantenuto invariati i tassi ufficiali, in linea con le attese del mercato, pur riconoscendo i passi avanti compiuti sull’inflazione. In conferenza stampa la Lagarde si è mostrata molto cauta sul timing del primo taglio dei tassi (previsto ufficialmente non prima dell’estate di quest’anno), per evitare di consolidare le aspettative già troppo ottimiste del mercato innescando un indesiderato allentamento di condizioni finanziarie. Questo contrasterebbe con l' ”ultimo miglio” di calo dell’inflazione e prendere tempo per verificare l’impatto delle negoziazioni salariali in corso in tutta Europa e i dati inflattivi di gennaio e febbraio.Probabilmente nella riunione di marzo la BCE aprirà alla possibilità di tagli alla fine del Q2, ma con una forte attenzione ai dati in uscita nei prossimi mesi, in particolare legati alla crescita dei salari e agli impatti che questi avranno sull’inflazione (circa il 40% della forza lavoro in Europa, ha contratti scaduti e non ancora rinnovati). La Lagarde ha evidenziato anche i potenziali rischi inflattivi derivanti dalla crisi medio orientale, da monitorare anche se per ora non rappresentano un problema immediato.
Come posizionare i portafogli
I mercati nei giorni scorsi incorporavano già questo attendismo da parte della BCE e infatti già dai primi giorni dell’anno avevamo assistito ad un aggiustamento verso l’alto delle curve dei rendimenti, che hanno riportato il rendimento del bund dall’1,9% di fine 2023 al 2,35% delle ultime ore. Il mercato implicitamente sconta ancora più di un punto di tagli dei tassi sia un Europa che negli Usa, e a nostro avviso è ancora troppo ottimista ed è per questo che, nonostante siamo investiti e siamo positivi sull’obbligazionario governativo, ci aspettiamo ancora una fase di irripidimento delle parti lunghe delle curve. Manteniamo il sovrappeso azionario, soprattutto negli Stati Uniti dove, nonostante le valutazioni non siano a buon mercato, la forza dell’economia e un percorso più avanzato nella reazione di policy monetaria crediamo continueranno a dare supporto ai corsi. Infine ci piace il credito di qualità, quindi soprattutto Investment Grade, ma anche il debito emergente che offre un buon pick-up di rendimento rispetto ai governativi dei paesi sviluppati. Naturalmente, visto che i mercati hanno corso molto, soprattutto nell’ultima parte del 2024, ci attendiamo possibili momenti di volatilità, che però sfrutteremo per incrementare le posizioni sia sull’azionario, sia sul rischio tasso.
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