Draghi da Mattarella
Mario Draghi questa mattina è salito al Quirinale, dopo essere stato convocato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Presidente ha preso atto del fallimento del mandato esplorativo assegnato a Roberto Fico e ha quindi parlato di un “governo di alto profilo”. Il Capo dello Stato ha per il momento escluso il percorso delle elezioni, sottolineando che il Paese ha bisogno in questo momento di un esecutivo forte per uscire dall’emergenza.
Non tutte le forze politiche sono però favorevoli all'ipotesi di un governo tecnico: Matteo Salvini e Giorgia Meloni insistono per tornare alle urne, il Movimento Cinque Stelle sembra orientato a non sostenere un esecutivo di questo tipo, ma una parte dei suoi parlamentari potrebbe sganciarsi dal Movimento e passare in una possibile maggioranza allargata sostenuta anche dal Partito Democratico, Forza Italia, Italia Viva e da altre forze minori come Leu, Più Europa e Gruppo Misto.
Dopo l'accettazione con riserva all'incarico da parte di Draghi ed in attesa delle verifica del sostegno da parte dei gruppi parlamentari, l'ipotesi di un Governo del Presidente sta attualmente portando con sé alcune implicazioni importanti sul mercato:
Per quanto riguarda gli impatti sulle singole società, l'eventuale scelta di Draghi dovrebbe impattare positivamente su tutto il sistema bancario ( Banca Intesa, Unicredito, Bami, Bper, MPS) vista la tendenza dell'ex governatore a favorire aggregazioni nel sistema e creazione di realtà solide e dimensionalmente più rilevanti. Impatto positivo della riduzione dello spread oltre che sulle banche anche sugli assicurativi (Generali, Poste, Unipol). Lo Sblocco dei dossier relativi ad Autostrade per l'Italia e alle Rete Unica potrebbero favorire inoltre i titoli delle Infrastrutture ( Atlantia, Buzzi, ASTM) e delle Telecomunicazioni ( Inwitt).
Per quanto riguarda i BTP la nomina di Draghi porterebbe ad una rivalutazione del rischio Italia, come evidenziato dal buon recupero dei governativi in apertura questa mattina con rialzo significativo su tutta la curva, riportandosi in prossimità dei minimi visti a inizio gennaio, prima dell'apertura della crisi. La BCE negli ultimi due mesi ha ha ridotto gli acquisti di carta italiana rispetto al bimestre precedente, riportandoli verso i livelli della capital kee, segnalando che non ci sono state pressioni eccessive nelle ultime settimane, con il mercato che è rimasto ottimista su una soluzione della crisi, considerando la possibilità di elezione come un tail risk. Possibile attendersi un consolidamento verso i livelli minimi di inizio anno, qualora Draghi riuscisse a trovare il supporto necessario a formare il nuovo Governo. Rendimenti che rimarrebbero poi legati comunque alle dinamiche dei tassi a livello globale.
Nei prossimi giorni commenteremo con maggiore dettaglio le possibili evoluzioni politiche che emergeranno durante gli incontri con le forze parlamentari