Globalmente la volatilità rimane su livelli elevati
Periodo estremamente complesso per tutte le asset class di investimento, con i mercati che si sono mostrati vulnerabili agli aumenti dei tassi d'interesse effettuati da parte delle banche centrali, in un contesto frenato dal rallentamento dell’economia mondiale e dalla crisi energetica del Vecchio Continente.
Nel mese di settembre i principali mercati azionari hanno riportato performance negative ed anche dal punto di vista settoriale si è evidenziata una generale debolezza in particolar modo sui titoli del Real Estate a livello globale, sugli Energy in America e sulle Utilities in Europa. Nell'ultima decade del mese la volatilità è inoltre cresciuta notevolmente con il VIX ed VSTOXX tornati sopra area 30 punti. Nel complesso quindi, il sentiment di mercato rimane orientato al ribasso e non è da escludere che l’attuale fase di incertezza possa proseguire anche nelle prossime settimane, vista la determinazione dei Policy Maker nel ribadire “ quasi quotidianamente” che il loro principale obiettivo resta quello di riportare sotto controllo l’inflazione, anche se uno scenario caratterizzato da tassi più alti, crescita più lenta ed un mercato del lavoro meno forte, peserà inevitabilmente su famiglie, imprese e asset finanziari.
In aggiunta, gli ingenti danni ai gasdotti Nord Stream e l’annessione alla Russia di quattro regioni ucraine aumentano i rischi geopolitici e rendono ancora più difficili eventuali ipotesi di accordi di pace tra Mosca e Kiev e non escludono ulteriori escalation.
Dal punto di vista macro, i recenti dati economici mostrano nel complesso una maggior tenuta dell’economia americana rispetto a quella europea, anche se rischi di recessione rimangono presenti per il 2023 su entrambe le sponde dell’atlantico. Le ultime pubblicazioni evidenziano un mercato del lavoro ancora tonico: il numero di americani che ha presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione è sceso inaspettatamente nelle scorse settimane, mentre il Pil pur ridimensionandosi conferma la moderata espansione nella seconda parte dell’anno. Per quanto riguarda l’Europa, gli indicatori macro sono coerenti con una sostanziale stagnazione del PIL, ma con attese di un deterioramento ciclico nei prossimi mesi, causato dagli elevati costi energetici a cui sono esposti consumatori ed imprese. Deboli anche i dati cinesi dove i PMI manifatturieri stilati segnalano a settembre un calo a 48,1 punti, a fronte dei 49,5 punti del consensus e della rilevazione di agosto.
In attesa della prossima earning season che partirà a metà di ottobre, continuiamo a mantenere un’impostazione cauta nei confronti dell’asset class azionaria. I listini sono infatti imbrigliati tra forze contrastanti: banche centrali aggressive e rallentamento ciclico da un lato, attese di EPS aziendali resilienti e visti per il momento solo in moderato calo dall’altro. Se la stagione degli utili dovesse invece risultare più debole del previsto sarà quindi possibile assistere ad un ulteriore ridimensionamento dei mercati.
In ottica relativa, dal punto di vista geografico riportiamo alla neutralità il mercato americano, principalmente per la forte sopravvalutazione nei confronti degli altri listini. Crediamo inoltre che la riduzione dei margini societari sarà più incisiva a partire dal 3Q. Per quanto riguarda l’Europa confermiamo il moderato sottopeso, anche se le valutazioni sono già molto stressate (Italia in primis) ma il quadro macro generale in cui si trovano ad operare le aziende continentali è certamente più penalizzante di quello USA. Guardando al Giappone, incrementiamo leggermente l'esposizione nella prospettiva che la BOJ in futuro possa aggiustare la politica monetaria a fronte a dati di inflazione stabilmente sopra il 2,5%. Tale manovra dovrebbe favorire lo YEN e rilanciare i settori più value. Gli ultimi dati disponibili segnalano inoltre una tenuta dei dati macro che unitamente a valutazioni congrue rendono il mercato giapponese interessante dal punto di vista relativo. Sugli emergenti manteniamo la neutralità, nella convinzione che nella seconda parte dell'anno il governo cinese possa mettere in atto politiche economiche supportive delineate dal congresso del partito comunista che prenderà il via ad ottobre a Pechino.
Per quanto riguarda i settori confermiamo la positività sui Communication Services in USA e Europa. Il settore si presenta valutazioni a sconto rispetto al mercato USA e leggermente a premio in Europa e le aziende che lo compongono presentano un mix interessante dal punto di vista industriale ed offrono contemporaneamente un DVD YIELD particolarmente attraente in Europa (4,5%). Manteniamo la positività su Consumer Staples in un’ottica difensiva di portafoglio, tenendo conto del contesto economico in rallentamento. La preferenza è per le società europee, che con un dollaro in rafforzamento potrebbero recuperare marginalità. Considerazioni simili ci spingono a sovrappesare il settore Healthcare sia in Europa che negli USA. Il settore sanitario storicamente ottiene buoni risultati sia nelle fasi di rallentamento degli indici PMI, sia nelle fasi di tightening della politica monetaria. L’ottima posizione finanziaria, gli ampi cash flow yield e la bassa volatilità degli EPS permettono inoltre di avere una buona visibilità sui dividendi e dovrebbero fornire risorse per operazioni di M&A o per il rilancio/aumento dei Buyback nei prossimi mesi.