EA SIM Magazine

Equity Update - Giugno 2023

Scritto da EA SIM | 07 giugno 2023

Arriva l’era dell’intelligenza artificiale?

A maggio, i mercati azionari hanno registrato performance miste, con l’indice MSCI World che ha riportato un rialzo di poco inferiore ai 3 punti percentuali. L’Europa ha sottoperformato gli Stati Uniti, con lo Stoxx600 in calo di oltre 2 punti percentuali e lo S&P500 in rialzo di oltre 4 punti (performance total return in euro). Da sottolineare l’ottimo risultato del Nikkei (+8,1%) che, grazie a solidi dati macroeconomici e uno yen in deprezzamento, torna ai massimi degli ultimi 30 anni.

A inizio mese la FED, come da attese, ha alzato il corridoio dei tassi di 25 bps, portandoli al 5%-5,25%. La guidance è stata modificata segnalando la possibilità che il ciclo restrittivo sia concluso, mantenendo l’opzione di alzare nuovamente i tassi se reso necessario dai dati. Diversamente dal passato, il FOMC non si impegna più a nuovi rialzi, ma afferma che esaminerà l’evoluzione dei dati e l’impatto della restrizione monetaria e creditizia già realizzata per valutare la necessità di nuovi interventi. Poco dopo, anche la BCE ha alzato i tre tassi di riferimento di 25 bps, un ritmo inferiore rispetto ai rialzi di 50 bps precedenti, lasciando presagire che anche nell’area dell’euro il ciclo restrittivo sia entrato nella fase finale. Tuttavia, le prospettive della BCE sono molto più incerte. La Presidentessa Lagarde si è semplicemente limitata a specificare che i rialzi non sono conclusi, e che la BCE “non è in pausa”.

Lato crescita, arrivano segnali di rallentamento. La Germania è scivolata in “recessione tecnica”, ovvero due trimestri di fila negativi. Nel primo trimestre 2023, il PIL tedesco è calato dello 0,3%, peggiorando rispetto alle stime che prevedevano una sostanziale stagnazione dopo il -0,5% dell’ultimo trimestre 2022. Anche in Cina, la spinta del re-opening sta perdendo smalto. A maggio, l’indice PMI è sceso inaspettatamente a 48,8 (ai minimi degli ultimi 5 mesi), accentuando la contrazione rispetto al 49,2 di aprile e contro attese a 49,4. In frenata, a sorpresa, anche il PMI non manifatturiero: 54,5 su attese a 55,2, con i servizi che avevano finora sostenuto la ripresa economica.

Tuttavia, il vero evento che ha fatto salire la volatilità è stato la possibilità di un mancato accordo del Congresso americano sull’aumento del tetto del debito, in inglese debt ceiling, ovvero il limite legislativo all’ammontare massimo di debito pubblico che il Tesoro degli Stati Uniti può assumere per assolvere agli impegni già assunti. Per modificare tale importo, è necessaria l’approvazione di una legge al Congresso, richiesta formalmente dal Segretario al Tesoro, Janet Yellen, per scongiurare l’impossibilità da parte del Tesoro americano di assolvere ai propri impegni e, quindi, di andare in default tecnico entro il 1 giugno. Il tetto del debito, fissato l’ultima volta a 31.400 miliardi di dollari, è stato alzato più volte in passato, rappresentando un semplice passaggio tecnico. Tuttavia, in presenza di un Congresso spaccato, con la Camera in mano ai repubblicani e il Senato in mano ai democratici, è diventato un’arma di negoziazione politica. L'accordo, siglato in extremis il 30 maggio dal leader della Camera Kevin McCarthy e dal Presidente Joe Biden, congela la spesa federale per due anni, in cambio del sostegno dei Repubblicani all'innalzamento del tetto del debito fino al 2025. Nei primi giorni di giugno, quest’accordo è stato ratificato dal Congresso, sventando il pericolo di un default americano.

Sul fronte micro, da segnalare i risultati stellari di Nvidia, che ha superato le stime degli analisti sia su utili che su vendite. Ma a stupire è stata la guidance per il trimestre maggio-luglio, pari a 11 miliardi di fatturato e superiore del 50% rispetto alle precedenti attese, in quella che è stata definita “la più grande revisione al rialzo delle stime di fatturato nella storia imprenditoriale”. L’ascesa di Nvidia è dovuta soprattutto al tema dell’intelligenza artificiale, dove la società ha un ruolo chiave nella produzione dell’infrastruttura necessaria. E’ di questi giorni la notizia che Nvidia ha presentato un nuovo super computer di IA che sarà utilizzato da Google Cloud, Meta e Microsoft. Dall’inizio dell’anno, il titolo è cresciuto di oltre il 170%, arrivando molto vicino alla soglia di capitalizzazione di 1.000 miliardi di dollari, generando un importante rally su tutto il comparto tecnologico.

In questa situazione, tenendo conto del rallentamento economico in atto, dell’atteggiamento potenzialmente meno aggressivo da parte delle banche centrali e dei risultati azionari trimestrali resilienti, manteniamo un’impostazione costruttiva sull’asset class, ma nel breve termine dopo le ottime performance realizzate da inizio anno confermiamo un atteggiamento più cauto e moderatamente negativo.

In ottica relativa, dal punto di vista geografico, esprimiamo ancora un sostanziale equilibrio tra tutte le principali economie. Il trade off tra valutazioni e incertezza di politica monetaria ci porta a non esprimere una preferenza tra Europa e Stati Uniti. Stessa cosa per Giappone, che gode del contesto macro più favorevole nell’ambito dei paesi sviluppati ma anche di valutazioni storicamente elevate, ed Emergenti, dove la debolezza cinese può essere compensata da altri paesi beneficiari dei processi di delocalizzazione manifatturiera, come Vietnam e Indonesia.

A livello settoriale, manteniamo la positività sul comparto Healthcare globale, settore difensivo con valutazione interessante e miglior pricing power. Manteniamo in sovrappeso le Utilities Europee, interessanti da un punto di vista valutativo e beneficiarie di un picco dei tassi, e i Communications Services Americani, che offrono un mix interessante dal punto di vista industriale ed un posizionamento contemporaneamente Value/Quality/Growth molto ben diversificato con una buona esposizione anche al tema dell’Intelligenza Artificiale. Infine, per bilanciare il posizionamento difensivo del portafoglio, portiamo in sovrappeso i Materials europei, ritenendo che le materie prime abbiano raggiunto un bottom e che il gap di performance rispetto al comparto degli Industrials, storicamente molto correlato, debba chiudersi o ridursi.