EA SIM Magazine

Equity e Bond update - Maggio 2025

Scritto da EA SIM | 09 maggio 2025

Il mese trascorso è stato caratterizzato da un’elevata volatilità con una brusca inversione di tendenza nella seconda metà di aprile, quando l’azionario ha ritracciato con inattesa rapidità il forte calo seguito all’annuncio dei dazi a inizio mese

Il recupero in parte riflette le conferme del buon andamento delle maggiori economie (pre-dazi) nei primi mesi dell’anno, inclusa la crescita ancora sostenuta degli utili aziendali, nonostante l’elevata incertezza e i segnali di rallentamento. Anche il netto calo del prezzo del petrolio potrebbe contribuire al contenimento dell’inflazione. Gli investitori esprimono tuttavia un ottimismo probabilmente eccessivo sulla rapida risoluzione della trade war globale, e soprattutto sull’impatto macroeconomico limitato di quello che ad oggi si prospetta ancora come uno shock protezionistico molto significativo.


AZIONARIO

Nel mese di aprile, le tensioni commerciali globali sono tornate in auge, influenzando i mercati finanziari ed il sentiment degli investitori. L’introduzione di nuovi dazi da parte degli USA ha innescato un’ondata di avversione al rischio, con ripercussioni sia sul comparto azionario che obbligazionario. Tuttavia, la successiva sospensione delle misure tariffarie più significative e la riapertura del dialogo tra Washington e i principali partner economici hanno favorito il recupero dei listini nella seconda metà del mese. Il contesto resta però fragile: l’incertezza legata al ciclo economico, all’inflazione e all’evoluzione dei tassi continua a limitare la visibilità nel medio termine. In questo quadro, prevediamo quindi fasi di volatilità nelle settimane a venire. Tuttavia, sviluppi positivi nei negoziati internazionali potrebbero migliorare lo scenario: una de-escalation rapida (sebbene al momento poco probabile) contribuirebbe a contenere l’impatto negativo sul sentiment degli operatori e sugli utili aziendali globali. La stagione degli utili del primo trimestre negli USA si sta rivelando comunque solida: nel momento in cui scriviamo, il 76% delle aziende ha superato le attese sugli utili ed il 62% quelle sui ricavi, con una crescita media annua del 12,8%. Tuttavia, riteniamo che sarà l’evoluzione dei risultati nei prossimi trimestri a costituire la vera cartina di tornasole, evidenziando la tenuta o meno degli utili e dei margini operativi, e orientando di conseguenza le aspettative e la direzione del mercato.

In questo contesto, manteniamo l'esposizione azionaria, ma con un’impostazione più difensiva. L’allocazione resta ben diversificata per area geografica e settori, con un focus su qualità e solidità degli emittenti. Alla luce del recente rimbalzo dei mercati (rapido e intenso) riteniamo opportuno adottare un approccio tattico oltre che strategico, riducendo l’esposizione nelle fasi di forza e accumulando nei cali, in coerenza con il profilo di rischio e l’orizzonte temporale degli investitori.

A livello geografico, confermiamo l’esposizione agli Stati Uniti. Restiamo investiti anche in Europa, dove prevediamo che la BCE prosegua nel percorso graduale di taglio dei tassi, pur mantenendo alta l’attenzione sulle pressioni inflazionistiche legate ai rischi geopolitici. I programmi fiscali, come il Re-Arm EU, dovrebbero inoltre contribuire a sostenere l’attività economica. Nei mercati emergenti manteniamo l’esposizione, supportata da valutazioni interessanti, fondamentali solidi e dalla possibilità di un dollaro più debole. Anche sul Giappone confermiamo la nostra posizione. Dal punto di vista settoriale, continuiamo a privilegiare un approccio orientato a qualità e difensività. Negli Stati Uniti restiamo positivi su Communication Services e Health Care, settori con buone prospettive in uno scenario di volatilità. In Europa, invece, manteniamo una visione favorevole sui Finanziari, sostenuto da un buon momentum degli utili, e sovrappesiamo i Communication Services, meno esposti ai dazi e con dinamiche strutturali promettenti.

 

OBBLIGAZIONARIO

La scarsa visibilità sull'impatto economico e inflattivo delle politiche commerciali globali rende incerta la direzione dei tassi e degli spread, per cui rimaniamo investiti (3/5) sull’asset class confermando un approccio di cautela.

Nel corso del mese di aprile i mercati obbligazionari hanno mostrato una volatilità in calo rispetto ai picchi di inizio mese, oscillando in base alle notizie contrastanti sui dazi commerciali. Gli investitori attendono chiarimenti sull’esito delle negoziazioni in atto per comprendere l’impatto definitivo dei dazi. I dati macro usciti nel corso del mese hanno scandito l’andamento dei rendimenti USA che hanno cambiato più volte direzione: la curva si è marginalmente irripidita con la parte a lunga più vulnerabile ai dubbi sullo “status di safe haven” del debito pubblico statunitense. In tale contesto, il term premium sul decennale americano si mantiene su livelli elevati anche se inferiore al recente massimo di inizio aprile. In Europa, i rendimenti hanno beneficiato dei movimenti di risk off, visto il maggiore potenziale di rallentamento macro con un’inflazione più contenuta rispetto agli USA. La curva dei rendimenti si è ulteriormente irripidita con il rendimento dei due anni tedesco che ha toccato un nuovo minimo dal 2023. La BCE dovrebbe quindi proseguire il percorso di espansione monetaria in linea con le aspettative del mercato.

La scarsa visibilità sull'impatto economico e inflattivo delle politiche commerciali globali, rende incerta la direzione dei tassi per cui prevale un approccio flessibile sul rischio tasso: l'esposizione al rischio tasso potrebbe tornare ad avere un ruolo diversificatore, soprattutto in uno scenario di mercato fortemente avverso, dall’altro un posizionamento di questo tipo può essere penalizzato dal prevalere dei temi legati al ritorno dell’inflazione e al «term premium».

Si sottopesa (2/5) la curva governativa USA a causa della minore fiducia nei mercati statunitensi, del trend di deprezzamento del dollaro e dei possibili rialzi dei rendimenti del Treasury decennale. Si preferisce la curva europea poiché la politica monetaria europea è più in linea con le aspettative del mercato e la BCE ha più margine di manovra, data l'inflazione sotto controllo.

Dopo i picchi di inizio aprile gli spread di credito sia IG che HY hanno consolidato in marginale ribasso. Manteniamo il posizionamento sul credito ma con maggiore cautela visto l’attuale contesto di elevata incertezza e scarsa visibilità per l’andamento dell’economia globale, con l’aumento di probabilità di uno scenario recessivo che potrebbe tenere sottopressione il mercato e portare ulteriore volatilità. Un eventuale accordo credibile e a medio termine tra Stati Uniti e Cina in tema di de-escalation della guerra sui dazi reciproci potrebbe invece stabilizzare i mercati ed evitare ulteriori allargamenti degli spread.

In uno scenario di possibile deterioramento della crescita, il credito Investment Grade europeo (4/5) è preferito rispetto all’HY (2/5), sia europeo che americano, per un approccio "quality" e valutazioni più favorevoli nel rapporto premio per il rischio tra HY e IG.

Manteniamo il posizionamento (3/5) sui Paesi Emergenti, in attesa di novità sul lato negoziazioni dei dazi. L’escalation della guerra commerciale tra USA e Cina rischia di minare gran parte delle economie Emergenti, che hanno una struttura economica prevalentemente votata all’export. Il più ampio impatto incrementale per quanto riguarda l’aumento delle tariffe è, al momento, sui mercati emergenti asiatici e sulla catena del valore cinese.

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