L’annuncio di misure protezionistiche ampiamente superiori alle attese da parte dell’Amministrazione Trump riporta indietro di un secolo la politica commerciale USA e turba gli investitori. Mercati ancora vulnerabili in attesa di progressi credibili nelle negoziazioni commerciali.
Nonostante una moratoria sui dazi più penalizzanti, la strategia USA resta imperniata sulla convinzione che il deficit commerciale rifletta pratiche scorrette che vanno contrastate per riequilibrare i flussi commerciali nel medio termine, anche al costo di instabilità finanziaria e cadute produttive nel breve. Aumento dell’inflazione, peggioramento di condizioni finanziarie e incertezza di policy alimentano i rischi recessivi. Un sostegno giungerà tuttavia dallo stimolo fiscale nei paesi avanzati, e da quello monetario benché non nel breve per la Fed dato il previsto rialzo dell’inflazione USA.
In sintesi:
AZIONARIO
Nelle scorse settimane abbiamo ridotto l’appetito per il rischio sull’asset class azionaria dato il forte aumento di incertezza sugli sviluppi macroeconomici e sui mercati.
Il contesto attuale rimane volatile, a causa dell'incertezza sugli impatti economici globali delle politiche commerciali USA e sugli sviluppi delle trattative. Nel breve termine questa condizione impone maggiore cautela sui rischi azionari e ricorso alla massima diversificazione geografica come già suggerito. Per i clienti con un orizzonte temporale lungo e coerente con un investimento azionario, soprattutto ricorrendo a piani di accumulo, politiche fiscali espansive, valutazioni riallineate alle medie storiche quinquennali e attese sugli utili aziendali ancora resilienti, possono rappresentare opportunità di investimento consapevoli dato che nel breve la volatilità potrebbe permanere.
Analizzando le singole regioni, negli USA osserviamo che, dopo il recente sell-off, i multipli azionari sono tornati in linea alla media storica a 5 anni e sebbene le stime sulla crescita utili per il 2025 siano state riviste al ribasso continuano ad essere supportive. In Europa, ci attendiamo che la BCE prosegua con i tagli dei tassi. Parallelamente, riteniamo che i piani infrastrutturali nazionali e il programma Re-Arm EU forniranno un significativo impulso fiscale, sostenendo l'economia continentale. Restiamo investiti anche nel mercato giapponese, dove la politica di stimolo governativa dovrebbe continuare a contrastare le conseguenze negative delle politiche commerciali USA. Tuttavia, la necessità di controllare l'inflazione obbligherà la BOJ a muoversi con cautela sui tassi, considerando le ripercussioni su JPY ed export. Infine, confermiamo l'esposizione ai paesi emergenti. Nel medio termine, dovrebbero beneficiare di valutazioni attraenti rispetto ai paesi sviluppati, di un dollaro meno sostenuto, di finanze pubbliche più equilibrate rispetto al recente passato e del supporto governativo (non solo cinese) alle industrie e alla domanda interna.
A livello settoriale, adottiamo un approccio selettivo, privilegiando un'impostazione Quality/Defensive in particolar modo negli Stati Uniti. In USA, confermiamo la view costruttiva sui Communication Services, sostenuti dai trend strutturali di digitalizzazione, connettività e crescita dell'advertising online. Portiamo in sovrappeso l'Health Care USA, valorizzandone le caratteristiche difensive, i bilanci solidi, l'ampia liquidità per M&A e le recenti revisioni positive delle stime da parte degli analisti, che segnalano un rinnovato interesse degli investitori. In Europa, manteniamo una visione positiva sui Finanziari, grazie a valutazioni bancarie ancora interessanti, buona crescita attesa degli utili e potenziale consolidamento. Passiamo in sovrappeso i Communication Services europei in luogo dell’Health Care, meno esposti ai dazi per la natura locale del business e supportati da stime in rialzo e possibili consolidamenti volti a incrementare la competitività.
OBBLIGAZIONARIO
Nell’attuale contesto macroeconomico e di mercato di elevata incertezza manteniamo un giudizio di 3 su 5 sull’asset class obbligazionaria confermando un approccio di maggior cautela.
Gli eventi dell’ultimo mese hanno reso più incerte le prospettive di crescita e d’inflazione a livello globale in un contesto che nostro avviso si manterrà volatile: per incorporare questa maggiore incertezza riduciamo il posizionamento da 4/5 a 3/5 sulla parte governativa europea, in attesa di valutare quali misure verranno effettivamente implementare e la risposta europea ai dazi di Trump. Il mercato ha ri-prezzato le attese dei tagli da parte delle banche centrali, soprattutto della Fed, stimando un impatto su crescita e inflazione americana molto significativo. Riteniamo che le banche centrali nel breve possano continuare a tagliare i tassi ufficiali ma rimane incerta la tempistica dell’allentamento monetario dati i rischi di uno scenario con maggior inflazione e allentamento significativo della crescita.
Dopo una resilienza nella prima parte di marzo, nelle ultime settimane gli spread hanno risentito del clima di risk off prevalso sui mercati con un allargamento dei premi al rischio soprattutto nella componente High Yield sia in America che in Europa. In un contesto di elevata incertezza e scarsa visibilità per l’andamento dell’economia globale manteniamo l’esposizione al credito con una preferenza per i rating di maggiore qualità (Investment Grade) monitorando con attenzione i prossimi sviluppi: l’aumento di probabilità di uno scenario recessivo potrebbe infatti tenere sottopressione il mercato nell’attuale contesto di elevata volatilità.
L’attuale contesto di elevata incertezza sull’evoluzione dello scenario macro e l’escalation commerciale (con dazi e controdazi) tra USA e Cina ci porta a ridurre il posizionamento sui Paesi Emergenti in local currency: i singoli Paesi emergenti possono essere duramente colpiti nei fondamentali dalla politica commerciale USA, sia per la volontà di reshoring della produzione sia per i livelli dei dazi imposti, la cui dinamica non è al momento definita.
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