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EASIM Macro Outlook IV Trimestre 2024 - Alle porte delle elezioni USA: quali scenari e impatti sui mercati?

Scritto da EA SIM | 24 ottobre 2024

Incontro di approfondimento trimestrale sui principali temi dell’attuale contesto macroeconomico tra inflazione, prospettive di crescita, banche centrali e strategia di investimento per il IV trimestre 2024.

Outlook IV trimestre 2024 - Quarto appuntamento di scenario macroeconomico "Alle porte delle elezioni USA: quali scenari e impatti sui mercati?", guidato da Ilaria Fornari, Phd Strategist di EASIM, con la collaborazione di Giuseppe Sarcina Giornalista e corrispondente USA del Corriere della Sera e condotto da Vittorio Eboli, Giornalista economia e mercati finanziari, di SkyTg24 Economia.

Durante l'evento abbiamo affrontato temi quali: somiglianze e differenze tra le agende dei candidati, gli impatti macroeconomici e di mercato derivanti dalla nuova presidenza e la strategia di investimento per l'ultimo trimestre dell'anno. Grazie alla partecipazione di Giuseppe Sarcina, abbiamo indagato anche i fattori determinanti per il risultato elettorale, cosa monitorare nel periodo di transizione e la futura evoluzione dei rapporti tra USA, Europa e Cina.

In sintesi:

Lo scenario macroeconomico globale attuale rimane costruttivo, seppur negli USA l’espansione proseguirà a ritmi meno eccezionali rispetto gli ultimi due anni. Dopo un terzo trimestre di crescita ancora molto sostenuta (intorno 2,5%-3%), secondo le nostre stime, tra fine 2024 e inizio 2025 il PIL USA non dovrebbe scendere sotto il 2%, escludendo dunque ricadute recessive. Infatti, da una parte, si prospetta un’espansione monetaria globale sincronizzata delle banche centrali dei principali paesi avanzati, dall’altra, l’economia USA continuerà a beneficiare dei guadagni di produttività e dei miglioramenti d’offerta legati all’immigrazione e all’espansione della forza lavoro.

Inflazione: possiamo osservare come quella dei beni sia ampiamente sotto target e quella dei servizi rigida. A nostro avviso, questa lenta discesa dell’inflazione, porterà a raggiungere il target del 2% solo a metà del prossimo anno, il che comunque non impedirà alle banche centrali di tagliare i tassi, così come già annunciato e come incorporato dal mercato.

Guardando le agende di Kamala Harris e Donald Trump: è possibile notare delle somiglianze circa le politiche industriali, con una forte spinta alla deglobalizzazione (re-shoring), dati la fragilità delle catene produttive degli ultimi anni, la competizione sul fronte della tecnologia e i costi della transizione green.

  • Politiche industriali: entrambi i candidati favoriscono la reindustrializzazione tramite incentivi mirati per sostenere alcuni comparti manifatturieri, ma ciò su cui si discostano sono i settori di destinazione:  Harris settori green (elettrificazione, energie rinnovabili) - Trump: energie tradizionali e settori ad elevata impronta manifatturiera domestica
  • La politica dei dazi: rappresenta una misura economica di protezionismo molto precisa, con      tuttavia differenze tra i due partiti:  Repubblicani: tariffe sulle importazioni e aumento dei dazi  sulla Cina. Democratici: protezionismo moderato. 
  • Altre Misure economiche circa regulation e concorrenza: i Repubblicani vogliono ridurre le normative che pesano sul settore finanziario allentando i requisiti di capitale e incoraggiando i deal. I Democratici vogliono un incremento dei requisiti di capitale per le grandi banche e rafforzamento delle normative antitrust.