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EARNING SEASON USA 1Q 2023: QUALI SONO STATI I RISULTATI?

Earning Season Q1 2023

QUALI SONO STATI I RISULTATI?

A Wall Street gli esiti di questa tornata sono stati migliori di quanto si era stimato. Al momento per l’intero 2023, il mercato ha iniziato a prezzare un recupero degli utili, i quali adesso sono stimati flat /in lieve contrazione rispetto al 2022.

La stagione delle trimestrali americana per il primo trimestre del 2023 sta per volgere al termine. Ad oggi, oltre il 90% delle società comprese nell’S&P500 ha già alzato il velo dai conti. La percentuale è leggermente più elevata se consideriamo la capitalizzazione di mercato. 


Rispetto all’ultimo trimestre 2022, nonostante i margini si siano confermati in contrazione, i piani di licenziamento sono stati molto contenuti con l’idea che il grosso delle efficienze operative da parte delle società sia stato realizzato. 


Analiticamente, per meglio comprendere come sia andata questa earning season, riportiamo di seguito una tabella di riepilogo dei settori ordinati seguendo la colonna dei ricavi. 

Tabella Earning 1

In termini di ricavi, si è registrato un progresso su base annua del primo trimestre di poco superiore al 4%. I migliori settori in termini di crescita sono stati: 
•    Utilities (+13%)
•    Financials (+12%)
•    Consumer Discretionary (+9%) 


Dall’altro lato, alcuni comparti hanno riportato una contrazione del loro fatturato rispetto allo stesso trimestre del 2022. In ordine:
•    Energy (-5%)
•    Materials (-9%) 

Analizzando i numeri lato EPS (Utili per Azione), la crescita anno su anno è stata negativa (-6,8%). Escludendo il settore energetico, il dato sarebbe addirittura peggiore (-8,6%).  In questo caso, rispetto al trimestre dell’anno precedente, i migliori comparti si rivelano essere: 
•    Industrials (+16,8%)
•    Energy (+14,4%) 
•    Consumer Discretionary (+10,4%)


Tutti gli altri settori sono stati negativi o nella migliore delle ipotesi non hanno riportato variazioni. In particolare difficoltà ci sono: 
•    Materials (-25,2%)
•    Real Estate (-51,8%) 

Globalmente si nota come una contrazione degli utili (-6,8%) a fronte di una crescita dei ricavi positiva (+4%) testimoni la difficoltà delle imprese americane a continuare a ribaltare sui clienti finali l’aumento dei costi di produzione con una conseguente erosione dei margini.


Approfondiamo ora alcuni dei comparti che hanno realizzato i migliori risultati su base annua sia in termini di ricavi sia in termini di utili con un occhio di riguardo alle loro prospettive. 


ENERGY 
Guardando i ricavi, il settore ha sofferto lo storno del prezzo del petrolio, con Brent e WTI in calo da inizio anno rispettivamente del 17% e del 15%. Nonostante questo, l’efficienza del settore è sensibilmente aumentata, con gli utili che si sono registrati in crescita di quasi il 15% su base annua, risultando tra i migliori del mercato. Guardando le prospettive future di questo settore, sarà come sempre cruciale l’equilibrio tra domanda e offerta di petrolio a determinare l’andamento del comparto. Se da un lato il mercato si interroga su quanto il calo dell’attività economica possa avere un impatto negativo sulla domanda, dall’altro lato ad aprile si segnala la decisione a sorpresa dell’OPEC di tagliare la produzione di petrolio di 1 milione di barili al giorno a partire dal mese di maggio fino a tutto il 2023, che dovrebbe costituire un elemento di supporto. 


CONSUMER DISCRETIONARY  
Il settore ha beneficiato del definitivo abbandono delle restrizioni anti covid e delle politiche di reopening della Cina. Particolarmente positivi i settori legati ai servizi, come turismo e ristorazione, dove la domanda non accenna a rallentare. Il trend dovrebbe continuare, tenendo conto di come gli indici PMI e ISM si stiano rivelando deboli sulla parte manifatturiera ma estremamente forti sulla parte servizi. I consumatori su cui pesa l’inflazione e la riduzione del reddito disponibile, stanno comunque allocando con cautela le loro spese. Il comparto automobilistico è quello maggiormente in sofferenza, come testimoniato da Tesla, costretta a continui tagli di prezzi per sostenere i propri volumi di vendita con importanti conseguenze sui margini.


FINANCIALS
Per quanto riguarda i Financials, la crescita dei ricavi dimostra come si facciano ancora sentire i benefici dell’aumento dei tassi. Almeno per quanto riguarda le grandi banche, al momento ancora non si riscontrano criticità lato asset quality. Anche la raccolta ha favorito i grandi nomi, con la crisi delle banche regionali che ha fatto scattare una sorta di fly to quality dei depositi verso le banche più solide. Proprio l’evoluzione della crisi della banche regionali, dopo i fallimenti di SVB, First Signature e First Republic e le difficoltà di altri istituti, avrà probabili ripercussioni sul settore e la concessione di credito alle aziende. Da valutare inoltre, per le big bank anche quali saranno gli oneri di sistema per questi salvataggi.


Nel complesso, nonostante ci sia stata una contrazione degli utili, i risultati sono stati migliori di quanto si era stimato. Le sorprese positive, ovvero la differenza tra il tasso di crescita realizzato e quello stimato dal consensus, è stato pari rispettivamente al 7% per gli EPS e al 3% per i ricavi. 


A favorire questi dati positivi sono subentrate da un lato le continue revisioni al ribasso degli utili da parte degli analisti che avevano prezzato una recessione degli utili più mordente di quanto poi fosse e dall’altro dei dati macro abbastanza positivi. Nel frattempo però c’è da sottolineare che si sono anche deteriorati alcuni dati economici. Sarà cruciale dunque capire quanto questo trend di utili sopra le attese sia sostenibile. 


Al momento per l’intero 2023, come si nota dal grafico a seguire che riepiloga le stime degli eps per l’anno in corso, il mercato ha iniziato a prezzare un recupero degli utili dopo i primi risultati usciti verso fine aprile, i quali adesso sono stimati sostanzialmente flat / in lieve contrazione rispetto al 2022. Questa stima implica un forte rimbalzo degli utili atteso per la seconda parte dall’anno che, alla luce di dati economici in rallentamento, potrebbe giustificare un approccio più cauto sull’asset class con selettive prese di profitto.

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