EARNING SEASON USA
QUALI SONO STATI I RISULTATI?
La stagione delle trimestrali americana sta per volgere al termine. Ad oggi, oltre il 95% delle società comprese nell’SP500 ha già alzato il velo dai conti. La percentuale sale al 99,6% se consideriamo la capitalizzazione di mercato.
Punti di attenzione comune sono stati senza dubbio i grossi piani di licenziamento annunciati da molte società come Microsoft, Paypal, Ford, Goldman Sachs, nell’ordine del 5-10% della forza lavoro. E i tagli sui piani di investimento che le aziende effettueranno per il prossimo anno.
Entrambi i provvedimenti dovrebbero aiutare a creare maggiore efficientamento operativo al fine di proteggere i margini societari, vista la difficoltà nel continuare ad aumentare i prezzi.
In tal senso, è fondamentale una breve menzione sulle Big Tech che hanno evidenziato un sensibile rallentamento della crescita complice anche il venir meno delle politiche di chiusura dovute al Covid. E sul settore bancario, termometro del mercato e delle condizioni macro. Sebbene le banche abbiano beneficiato di tassi di interesse più elevati in termini di ricavi hanno complessivamente aumentato gli accantonamenti, ovvero le coperture sui prestiti futuri che potrebbero non essere ripagati.
Analiticamente, per meglio comprendere quanto successo finora, di seguito riportiamo un grafico di riepilogo dei settori.
In termini di ricavi si è registrato un progresso su base annua del quarto trimestre pari al 5%. I migliori settori in termini di crescita sono stati:
- Utility (+15%)
- Energy (+14%)
- Consumer Discretionary e Industrial (+11%)
Dall’altro lato, alcuni comparti hanno riportato una contrazione del loro fatturato rispetto allo stesso trimestre del 2021. In ordine:
- Materials (-5%)
- Information Technology e Communications Services (-2%)
In termini di ricavi si è registrato un progresso su base annua del quarto trimestre pari al 6%. I migliori settori in termini di crescita sono stati:
- Utility (+23%)
- Energy (+13%)
- Consumer Discretionary e Industrial (+11%)
Dall’altro lato, alcuni comparti hanno riportato una contrazione del loro fatturato rispetto allo stesso trimestre del 2021. In ordine:
- Materials (-5%)
- Information Technology (-2%)
Analizzando i numeri lato EPS (Utili per Azione), la crescita anno su anno è stata negativa (-3%). Escludendo il settore energetico, il dato sarebbe addirittura peggiore ( -7%).
In questo caso, rispetto al trimestre dell’anno precedente, i migliori comparti si rivelano essere:
- Energy (+55%)
- Industrials (+40%)
- Consumer Discretionary (+21%)
Tutti gli altri settori sono stati negativi o nella migliore delle ipotesi non hanno riportato variazioni. In particolare difficoltà ci sono:
- Materials (-28%)
- Communications Services (-29%)
- Financials (-13%)
Complessivamente, una contrazione degli utili (-3%) a fronte di una crescita dei ricavi positiva (+6%) testimonia la difficoltà delle imprese americane a continuare a ribaltare sui clienti finali l’aumento dei costi di produzione con una conseguente erosione dei margini.
Approfondiamo ora i comparti che hanno realizzato i migliori risultati su base annua sia in termini di ricavi sia in termini di utili con un occhio di riguardo alle loro prospettive.
ENERGY E UTILITY
La crescita record dei profitti è stata realizzata grazie al rialzo del costo di petrolio e materie prime dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Guardando al futuro, il livello del greggio sarà ovviamente cruciale per la traiettoria del settore. Sebbene attualmente la sua quotazione si aggiri intorno ai 76 dollari, ancora lontana dai 120 dollari raggiunti nel 2022, ricordiamo che fino ai 40/45 dollari al barile le compagnie petrolifere sono ampiamente profittevoli e che sopra questi livelli ci aspettiamo distribuzioni extra per gli azionisti, come nel caso di Chevron, una delle principali compagnie petrolifere statunitensi, che ha annunciato un piano di buyback pari al 25% della capitalizzazione di mercato. Altro fattore importante da monitorare sarà il re opening della Cina che potrebbe rappresentare un importante elemento di supporto della domanda di petrolio e, quindi, delle sue quotazioni. L’aumento del costo delle materie prime oltre al petrolio, gas in primis, ha anche determinato un importante aumento del prezzo dell’elettricità, di cui hanno beneficiato anche le Utilities, i cui ricavi sono cresciuti su base annua del 15% come visibile nella tabella precedente.
INDUSTRIAL E CONSUMER DISCRETIONARY
I due settori hanno beneficiato del definitivo abbandono delle restrizioni anti covid che erano ancora presenti nel quarto trimestre del 2021. Particolarmente positivi i settori legati ai servizi, come turismo e ristorazione, e il comparto automobilistico con player come General Motors e Tesla. Anche gli Industrial hanno beneficiato della ripartenza del ciclo economico post pandemia. Per il futuro, sarà importante monitorare l’andamento dell’inflazione, che ha già intaccato una parte importante del reddito reale delle famiglie, e l’impatto che tutto ciò avrà sui consumi. Permangono inoltre incertezze sul ciclo economico.
Proseguendo con l’analisi, è importante andare a guardare anche ai risultati di Surprise Ratio dove nelle prime posizioni lato ricavi si collocano Utility, Consumer Discretionary e Real Estate. Lato EPS ad essere protagonisti invece sono Health Care, Information Technology e Consumer Discretionary.
Quest’ultime numeriche non sono da sottovalutare e ci aiutano a capire meglio la differenza tra le aspettative degli analisti e i numeri ufficiali che vengono rilasciati e dunque se i guadagni sono stati sostanzialmente superiori o inferiori a quanto era stato previsto.
In conclusione, tenendo conto degli eventi eccezionali che si sono verificati nel 2022 (guerra, aumento costi, rialzo tassi) e delle incertezze che ancora permangono, i risultati di questa earning season si possono valutare in maniera positiva. Anche gli analisti come si può notare dal grafico sotto riportato hanno sposato un maggiore ottimismo, cosicché le stime di utili per il 2023 (asse verticale) sono state progressivamente alzate nel corso dell’anno (asse orizzontale).
Ad inizio febbraio, gli esperti stimavano su tutto il 2023 una contrazione degli utili nell’ordine del 5% rispetto al 2022, mentre ora il consensus prevede un anno maggiormente stabile.