In questi ultimi anni di turbolenza dei mercati e di inflazione persistente, nel panorama degli investimenti a carattere alternativo sta crescendo sempre di più l’interesse verso gli asset reali che rappresentano tutte le risorse economiche tangibili in grado sia di conservare che di generare valore nel tempo.
Si tratta di beni il cui valore intrinseco può aumentare per via di una maggiore diffusione di utilizzo, per una maggiore domanda o scarsità dell’offerta.
In sintesi:
Caratteristiche e importanza degli asset reali in portafoglio:
Rispetto gli strumenti finanziari tradizionali, come azioni e obbligazioni, sono caratterizzati da una limitata liquidità, in quanto sono difficili da smobilizzare sul mercato per via della loro complessità e spesso anche esclusività, che li rende di fatto opportunità di investimento di lungo termine. Rappresentano anche una forte copertura contro l’inflazione, come dimostrano i rendimenti a lungo termine che storicamente hanno superato ampiamente il tasso di inflazione, garantendo dunque un potenziale di rendimento competitivo rispetto alla maggior parte degli investimenti azionari. Inoltre, gli asset reali presentano correlazioni basse o negative con le classi finanziarie più comuni, dimostrando così di essere potenti elementi di diversificazione per i portafogli.
Tuttavia, si tratta di un ambito di investimento che diventa in alcuni casi anche di nicchia e che richiede agli operatori coinvolti, sia investitori che gestori, una conoscenza approfondita sia delle singole tipologie di beni (real estate, preziosi, opere d’arte, etc.) che dei relativi mercati. Ciò implica di conseguenza un possesso di capitali elevati e la capacità di fronteggiare vari costi nel tempo legati alla manutenzione e alla conservazione di questi asset. Inoltre, l’accesso ai mercati di beni reali può avvenire secondo modalità differenti: tramite l’investimento diretto, che prevede la proprietà diretta del bene, oppure in modo indiretto tramite fondi ed ETF dedicati, oggi diffusi specialmente per materie prime e immobili.
Real estate, terreni agricoli e forestazione
Nel settore del real estate, i sottostanti all’investimento sono rappresentati da immobili di varia natura, commerciali e residenziali, che garantiscono una buona diversificazione, ridotta volatilità e performance relativamente stabili nel tempo. L’investimento diretto è il più diffuso e restituisce ritorni stabili e sicuri che non sono correlati alle performance di altri asset finanziari, anche se per contro sono caratterizzati da elevati costi di acquisizione, di gestione e di dismissione. D’altra parte, tramite l’investimento indiretto, l’investitore può decidere di acquistare le quote di un fondo o azioni di società immobiliari, i quali a loro volta detengono gli immobili, assicurandosi una più ampia diversificazione geografica e settoriale. Inoltre, alcune categorie di fondi immobiliari beneficiano di sostanziali agevolazioni fiscali, come i REITs (Real Estate Investment Trusts) che non sono soggetti all’imposta sul reddito delle società e alla doppia tassazione per gli investitori che ricevono flussi di cassa nella forma di dividendi. Il settore immobiliare offre sempre più vantaggi agli investitori istituzionali interessati ad assumere esposizioni a lungo termine con un’eccellente visibilità e un rendimento competitivo. Per esempio, gli immobili locati dallo Stato costituiscono una classe di investimento spesso trascurata, ma che offre indubbi vantaggi come un’eccellente qualità creditizia dei locatari (ossia gli enti pubblici), contratti di locazione a scadenza più lunga e rendimenti superiori a quello dell’immobiliare commerciale classico.
Inoltre, in un mondo sempre più attento alla sostenibilità, crescono le opportunità di investimento in Timberland (foreste) e Farmland (terreni agricoli) che grazie alla protezione e al ripristino del capitale naturale, offrono importanti vantaggi alla società e al clima. Infatti, gli investimenti in terreni boschivi e agricoli presentano una ridotta intensità media di carbonio rispetto le classi di attivo tradizionali, permettendo agli investitori di costruire portafogli allineati con gli obiettivi Net zero.
Focus su Arte, beni preziosi e da collezione
L'arte e gli oggetti da collezione sono da sempre considerati beni di grande appealing per gli investitori con un patrimonio netto elevato, non solo per il loro valore monetario, ma in quanto permettono di esibire un certo prestigio e status sociale. Opere d’arte e oggetti da collezione di pregio (es. vini, auto d’epoca, monete e carte collezionabili, orologi, gioielli, etc.) hanno un valore unico che non può essere facilmente replicato e che in alcuni casi riveste un significato storico o culturale d’eccezione. Inoltre, la crescita della reputazione di un artista o di un brand, le tendenze e le valutazioni positive del mercato possono influenzare significativamente il valore di questi asset. Dunque il relativo acquisto, soprattutto se emergenti e di qualità, spesso avviene anche in funzione di un potenziale aumento del loro valore nel tempo e per cui, come per la maggior parte degli investimenti alternativi, la loro valutazione può essere difficile e richiedere il parere e la guida di advisor qualificati.
Inoltre, secondo l’ultimo report 2023 di Deloitte “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione”; cresce la presenza di Millennial e giovani acquirenti nel mercato dei beni da collezione, portando nuove esigenze, nuove abitudini d’acquisto, costituendo al contempo un nuovo potenziale target da fidelizzare. Il loro interesse è rivolto soprattutto ai passion assets come borse e sneakers, meno impegnativi da un punto di vista economico e più funzionali in tema di rappresentatività sociale.
Tra gli asset d’èlite spiccano i vini pregiati, il cui mercato globale ha registrato un boost di circa il 140% solo negli ultimi 10 anni, consacrandoli sempre più come protagonisti di successo delle aste. Esistono tuttavia tanti fattori che influiscono sulla loro valutazione, quali la fama del produttore, l’annata, la reperibilità e la zona di provenienza. Anche gli orologi di lusso, al pari di oro e metalli preziosi, sono considerati beni rifugio, il cui valore cresce a seconda del materiale e delle finiture preziose, della rarità (ad esempio il caso di edizioni limitate o vintage) e dell’attestazione di un certificato di autenticità. Infine, il mercato della numismatica, uno tra i più resilienti alle tendenze del momento, coinvolge un largo numero di appassionati ed esperti in quanto la loro maggiore liquidità rispetto ai lingotti e ai metalli preziosi puri permette una più agevole compravendita. Nonostante ciò, le monete diventano interessanti forme di investimento in funzione della loro rarità e dello stato di conservazione.
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