Il settore alimentare e le principali cause della crisi.
Il settore alimentare, negli ultimi anni, ha subito una serie di eventi negativi mettendo a dura prova la catena di approvvigionamento globale, riscontrando di conseguenza un forte aumento dei prezzi. Lo sviluppo tecnologico rimane la soluzione per perseguire un’efficienza di produzione e garantire una stabilità alimentare ed economica sostenibile.
In sintesi:
LE PRINCIPALI CAUSE DELLA CRISI ALIMENTARE
Il 2020 ha messo nell’occhio del ciclone il settore alimentare, ponendo in difficoltà diverse fasce sociali di qualsiasi nazione, avanzata o in via di sviluppo. Ognuno ha assistito a scene di panico e timore legate all’acquisto di alimentari all’inizio della pandemia, la quale si è rivelata un nemico ancora più severo del previsto per la catena di approvvigionamento. Tutto questo in un contesto in cui i modelli demografici nel mondo, insieme ai cambiamenti climatici, alle preoccupazioni ambientali e alla necessità di ridurre al minimo gli sprechi, avevano messo a dura prova, già di per sé, la stabilità della popolazione mondiale.
In aggiunta a quanto evidenziato fino ad ora in relazione alla pandemia, una nuova sfida si è presentata quest’anno: la guerra in Ucraina. L’Ucraina risulta essere uno dei maggiori esportatori di grano e beni alimentari nel mondo. Appunto per questo motivo, il prezzo globale del grano stesso ha raggiunto, a inizio maggio, livelli che non si erano mai visti fino a questo momento. L’indice dei prezzi alimentari della FAO è, inoltre, salito a picchi di valore che non si riscontravano dalla crisi petrolifera degli anni ’70.(vedi grafico tendenza del prezzo del cibo dei cereali e degli oli)
Se da un lato i prezzi dei generi alimentari erano già destinati a rimanere elevati nel corso dell’anno, il conflitto tra Russia e Ucraina ha provocato ulteriori pressioni inflazionistiche sul panorama mondiale. La Russia, colpita da diverse sanzioni internazionali, e i territori ucraini, rappresentano il 12% di tutte le calorie (cereali e semi oleosi) negoziate nel mondo, insieme al 30% del grano globale e al 25% dell’orzo.
Quali sono le soluzioni per uscire dalla crisi alimentare?:
La domanda che sorge ora è: in che modo tutto ciò influirà sulla catena del valore? All’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari si aggiunge l’incremento del costo dei fertilizzanti convenzionali. La Russia stessa risulta essere il più grande esportatore di azoto per fertilizzanti al mondo. Insieme alla Bielorussia copre, inoltre, il 40% delle importazioni di potassio nell’UE. Ancora una volta, l’ammodernamento ed evoluzione dei processi produttivi risulterà fondamentale nel lungo termine per la sostenibilità delle attività agricole mondiali anche in seguito ad un periodo complesso come quello attuale. Ad esempio, soluzioni alternative e più pulite per la produzione di fertilizzanti, come l’elettrolisi dell’acqua, diventeranno ancora più cruciali. Una risposta sostenibile sarà dunque fondamentale per affrontare così lo stretto rapporto tra cibo ed uso energetico.
Mentre l’elenco delle sfide continua a farsi sempre più lungo per il panorama mondiale, viene da chiedersi quale possa essere la soluzione generale a tali problematiche. La risposta viene spesso ricercata nella tecnologia. Il cambiamento in tutte le fasi della catena produttiva dovrà esserci. L’utilizzo nell’agricoltura di robot e droni sta aumentando l’efficienza di produzione; la biochimica sta migliorando sempre di più la resa delle colture e l’agricoltura verticale stessa punta a fornire un prodotto sempre più locale alle comunità coinvolte. Rimane da evidenziare come queste e molte altre iniziative siano solamente in fase di sviluppo o, perlomeno, molto precoci. Solo mantenendo questo approccio invariato si potrà arrivare, un giorno, ad una stabilità alimentare ed economica realmente sostenibile.
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