Nel corso degli ultimi decenni la figura del fund selector in Italia è diventata sempre più importante per il settore del risparmio gestito. Nell’ambito dell’industria italiana è cresciuto il tasso di utilizzo di competenze di terzi: accanto all’investimento in formazione delle risorse interne dedicate alla gestione di portafogli in titoli, diverse realtà italiane si sono orientate anche all’utilizzo di competenze specializzate, rafforzando i propri team di selezione di fondi.
I numeri.
Nell’ambito delle maggiori Sgr e banche italiane i team di fund selection contano mediamente oltre 15 persone. Complessivamente parliamo di circa 250 operatori, contando anche quelli che hanno funzione di gestione oltre che di selezione e includendo i family office basati in Italia. Se consideriamo anche la selezione istituzionale il totale arriva vicino a quota 300; un ruolo sempre più importante non solo per le Sgr ma anche per le banche e le reti di consulenza finanziaria.
Le allocazioni di portafoglio mostrano poche variazioni per il 2022, i fund selector restano stabili per i portafogli a rischio moderato.
Attualmente si possono individuare 3 trend distinti che sembrano indicare la necessità di una riapertura del modello di architettura: il fattore Esg; l’introduzione di strategie illiquide all’interno di asset allocation tradizionali; la ricerca di strategie liquide, ma che potremmo definire “unconventional”.
Secondo Assogestioni, a giugno 2022 il totale del patrimonio promosso in Italia è ripartito su un totale di 5,374 fondi (italiani ed esteri), di cui 1,943 cosiddetti “sostenibili”. Ad un primo screening quantitativo segue necessariamente una successiva fase di due diligence focalizzata, in primis, sulla casa di gestione oggetto di analisi e poi sulle singole strategie da essa offerta.
Alessandro Marchi, Fund Analyst di Euromobiliare Advisory Sim ci parla di Inflazione e crisi delle materie prime che stanno fiaccando le più grandi economie mondiali. Cosa deve fare un Fund Selector per non avere problemi?
La dinamica inflattiva e delle materie prime pone il fund selector di fronte a uno scenario molto diverso rispetto alla direzionalità positiva di mercato a cui era stato abituato nella lunga fase precedente di restringimento dei tassi; deve quindi guardare oltre le strategie che hanno caratterizzato la fund selection negli ultimi anni (strategie bilanciate o obbligazionarie direzionali), allargando lo spettro di analisi ed orientandosi verso comparti in grado di offrire protezione dall’inflazione non solo in ambito obbligazionario (fondi a tasso variabile o inflation linked) ma anche in altri comparti, in generale individuando attivi con minore/ridotta sensibilità ai movimenti dei tassi di interesse (ad esempio, in campo azionario strategie che con esposizione alle infrastrutture).