EA SIM Magazine

Bond Update - Ottobre

Scritto da EA SIM | 01 ottobre 2021

Avvio possibile negli USA del tapering a Novembre, ricalibrazione degli acquisti della BCE.

Nel corso del mese i rendimenti dei governativi, hanno continuato il trend di rialzo dopo il consolidamento dei mesi estivi. Il focus degli operatori è stato sulle banche centrali che sono state le protagoniste sui mercati. In Europa, la Banca Centrale Europea, come ampiamente nelle attese, ha annunciato un modesto ridimensionamento degli acquisti mensili effettuati tramite il Pandemic Programme (pari attualmente a $80mld). La decisione è motivata dal miglioramento delle prospettive macroeconomiche, evidente nelle stime aggiornate di crescita e inflazione. La ricalibrazione degli acquisti sarà comunque tale da mantenere condizioni finanziarie espansive volte al raggiungimento dell’obiettivo d’inflazione simmetrico a 2% nel medio termine. La presidente Lagarde ha tenuto a precisare che questo non deve essere considerato un tapering.

I rendimenti dei governativi europei hanno consolidato al rialzo con le curve dei tassi che si sono marginalmente irripidite, in un contesto che ha visto un rialzo delle breakeven (i tassi d’inflazione impliciti nei “titoli inflation linked”, complice le recenti dinamiche dell’inflazione che nella zona euro è salita 3% nella componente “headline”, ai livelli massimi degli ultimi 10 anni. La carta italiana ha marginalmente sovraperformato i governativi sia core che periferici, supportata da buoni dati macro e anche da attese di un minor ricorso al mercato primario entro fine anno. In America la FED ha segnalato come da attese un cambio di passo comunicando nella ultima riunione che la riduzione del suo maxi-piano di acquisto titoli potrebbe iniziare dal prossimo vertice del 2 e 3 novembre e concludersi a metà 2022 (riduzione di 15 mld al mese), mentre il primo rialzo nei tassi di interesse sarebbe possibile già alla fine del prossimo anno. Powell ha ribadito che la tempistica e il ritmo del tapering “non intendono dare un segnale diretto riguardo ai tempi della svolta dei tassi”, soggetta ad un insieme di condizioni più stringenti. 

A livello macro numerosi indicatori macroeconomici segnalano un progresso ancora sostenuto, ma  inferiore a quello registrato nel secondo trimestre, con una maggior resilienza dell’Eurozona e degli USA ed una debolezza della Cina. Sul rischio tasso manteniamo un’impostazione neutrale con moderata negatività; ci attendiamo una graduale normalizzazione dei rendimenti con curve in graduale irripidimento con le principali banche centrali nonostante i differenti approcci, continueranno a mantenere un regime di tolleranza al fine di accompagnare in maniera proattiva l’attuale fase ciclica. Nel settore del credito a destare preoccupazioni sui mercati è stata la vicenda Evergrande, colosso cinese dell’immobiliare dato prossimo al default. Il timore degli investitori è che si possa scatenare una crisi sistemica con effetto domino tra altri operatori del settore real estate, sistema finanziario e famiglie. In tale contesto gli indici hanno registrato performance nel complesso vicine alla parità con quelli Investment Grade che hanno risentito del recente marginale rialzo dei tassi. Gli spread nel mercato del cash si sono mossi in range contenuti nel corso del mese consolidando al ribasso, mentre quelli dei CDS hanno registrato nelle ultime sedute marginale rialzi in un  contesto più volatile, legato al newsflow sul caso Evergarnde. 

Sul credito manteniamo una giudizio complessivamente neutrale con l’asset class supportata dal miglioramento dei fondamentali e da uno scenario economico nel medio ancora costruttivo, con ridotti margini di ulteriori riduzione deli spread visti i livelli attuali moto compressi e con la componente IG più vulnerabile alla graduale normalizzazione dei rendimenti.   Sul debito emergente passiamo prudenzialmente ad un’impostazione neutrale negativa, con l’asset class che rimane vulnerabile a potenziali aumenti di volatilità per l’elevata sensibilità alla normalizzazione al rialzo dei rendimenti dei governativi USA e al rischio di un rallentamento più pronunciato dell’economia cinese, complice anche l’evoluzione della vicenda Evergrande, caratterizzata ancora da estrema incertezza.